venerdì 31 dicembre 2010
Capodanno in piazza?
A Firenze suona Elio.
A Roma c'è Baglioni.
A Bologna, Facchinetti con i cantanti di X-Factor.
A Napoli troneggia Marco Mengoni.
A Rimini arriva Fabri Fibra.
A Siena si alternano Paolo Belli, Irene Grandi e Giusy Ferreri.
Tutti nomi più o meno recenti.
Suoni molto italiani e commerciali,
con la garanzia di attrarre gente.
Chissà chi ci sarà in Piazza Duomo a Milano.
Mi aspetto un nome che sbaragli tutti.
Che scaldi la piazza.
Sting?
Zucchero?
Ligabue?
No, Fiordaliso.
giovedì 30 dicembre 2010
L'anno chiude il suo spartito.
Ti annebbia di progetti.
Ti sbatte in faccia le altre realtà.
E ti specchia per quello che vorresti essere.
Oggi tutto è in gioco dentro me.
Ho voglia di tirare i dadi.
E fare 1.
martedì 28 dicembre 2010
Sono caduto dentro un barile di visioni.
Sono un gorilla in gabbia.
E varco le porte psichedeliche dell'ascolto.
(tradotto: lunga vita ai Gorillaz)
lunedì 27 dicembre 2010
Apriamo i pacchi.
Due maglioni stilosi di Tommy Hilfiger.
3 dvd, tutti azzeccati.
Un portafoto trash.
Una macchina Nespresso...what else?
Un ottimo libro, spero.
Un paio di calzoncini da Pilates.
Un maglioncino in tinta con la tuta da sci.
Una t-shirt ricca di significato.
Un meraviglioso poster di Star wars.
Uno scaldatazza utilissimo in ufficio.
Un'assurda nave porta-the.
Devo dire, ottimi regali quest'anno.
Grazie a tutti.
sabato 25 dicembre 2010
Un anno in poche ore.
Con i suoi pacchetti.
Con le letterine inviate.
Con i suoi regali inattesi e i doppioni.
Con le dormite storcicollo.
Con i pollici che girano.
Con il giornale di ieri da rileggere.
Con il libro sul cesso.
Con le preghiere.
Con i sentimenti piangenti.
Con i piani per il Capodanno.
Con le attese dei bambini.
Con i rotoli di carta da buttare.
Con gli sms a ruota.
Con gli auguri in tasca.
Con il freddo nelle ossa.
Con 2000 calorie a pasto.
Appena bussa alle porte,
il Natale già aspetta la sua futura sorte.
mercoledì 22 dicembre 2010
Il mio primo giorno di ferie natalizie.
Colazione con un amico.
Un'ora di massaggi.
Lettura della Gazzetta.
Un'ora di Pilates.
Mezz'ora di bagno turco e sauna.
Pranzo, con lettura del Corriere.
Un'oretta di libro a letto.
Una mezzora di Gravity pilates.
Pizza con la fidanzata.
La ricetta del giorno perfetto.
Che in quanto perfetto è irripetibile.
mercoledì 15 dicembre 2010
Avviso ai naviganti.
"...quest'anno facciamo regali solo ai bambini..."
Perché?
E' Natale per tutti.
Per i piccini, ma anche per i grandi.
Io voglio il mio regalo.
E voglio dare il mio regalo.
ps: messaggio rivolto al 99% ai miei fratelli pigroni.
martedì 14 dicembre 2010
giovedì 9 dicembre 2010
Consigli (inutili) per gli acquisti.
Ma che problema c'è.
Ecco per voi una piccola lista di desiderata.
Piccoli pensieri che mi strapperebbero un sorriso:
Gorazde di Joe Sacco.
Senza veli di Palahniuk.
Persepolis di Satrapi.
La banda del gobbo con T.Millian.
Greatest hits dei Velvet.
Certo, svelare una sorpresa non è tanto sorprendente.
Ma piuttosto che ricevere un accappatoio rosso con gli elfi.
Anche se...
ps: nel momento in cui ho scritto questa lista, l'ho resa senza futuro. Nessuno correrà il rischio di regalarmi una cosa che magari già un altro ha comprato, leggendo questo post. Appunto.
giovedì 2 dicembre 2010
Indecifrabile.
Nel 2008 lanciò "Fango". L'ho riascoltata giusto ieri e rimane sempre dentro.
Oggi Jova fa uscire "Tutto l'amore che ho" come primo singolo del nuovo cd.
Al primo ascolto sembra Raf con un pizzico di dance.
A parte la bellissima copertina di Cattelan, a parte i biglietti già presi per il concerto al Forum, mi sembra un pezzo più radiofonico e meno caratterizzante.
Ah, questo lo posso dire solo io che seguo Jova da sempre.
Agli altri non sarà concesso.
Sì, la mia è prostituzione intellettuale.
ps: comunque la cosa davvero bella è che Lorenzo non si ripete.
Non è un reprise continuo come fa Ligabue da dieci anni.
mercoledì 1 dicembre 2010
Tornate a scuola.
Il Governo approva la riforma universitaria.
I critici, più o meno, la difendono.
Io?
Provo tristezza verso tutta la demagogia che campeggia negli atenei.
martedì 30 novembre 2010
Addio Monicelli, addio Amici miei.
Il pasticciere non assapora i suoi dolci.
Lo scrittore non rilegge i suoi libri.
Il medico fuma.
Il fisico inventa storie di successo.
Il nuotatore si rovina la schiena.
E il padre della commedia italiana fa una fine tragica.
venerdì 26 novembre 2010
Facciamo una colletta?
Il costume del cattivo per eccellenza rimarrà impolverato in qualche angolo buio.
In attesa di qualche saldo.
Certo, la cifra minima per comprarlo era 190mila euro.
Ma è possibile che non ci sia neanche un magnate arabo-russo-americano che invece di spendere 50mila euro in champagne in una serata, mette Lord Fener nel suo guardaroba?
Se la crisi tocca anche i miti, è proprio finita.
mercoledì 24 novembre 2010
L'unico in Italia, probabilmente.
martedì 23 novembre 2010
Niente da aggiungere.
Posticipatore di assenso.
Tutto è sottovuoto nella mia realtà.
venerdì 19 novembre 2010
giovedì 18 novembre 2010
martedì 16 novembre 2010
Valori in onda.
BERSANI:"...la più bella Costituzione del mondo (...) mercato che funzioni, senza monopoli (...) Il lavoro è la dignità di una persona. (...) chiamare flessibilità una vita precaria è un insulto.(...) Chi non paga le tasse mette le mani nelle tasche di chi è più povero di lui. (...) Indebolire la scuola pubblica vuol dire rubare il futuro ai più deboli (...) l'energia va risparmiata e rinnovata. (...) Il bambino figlio di immigrati è un italiano. (...) laicità. (...) il sogno di un mondo in pace, senza odio e violenza..."
FINI: (...) "... amare l'Italia (...) sono generosi i nostri militari che ci difendono dal terrorismo (...) senso dello Stato e dell'etica pubblica (...) Stato non invadente (...) legge è uguale per tutti (...) chi sbaglia paga e chi fa il suo dovere viene premiato. (...) l'uguaglianza tra i cittadini va garantita nel punto di partenza, a Milano e a Palermo (...) chi lavora di più, e meglio, viene pagato di più (...) chi merita ottiene maggiori riconoscimenti..."
Ancora una volta, almeno a livello concettuale, sono un uomo di destra.
lunedì 15 novembre 2010
Notizie del giorno (da troppi giorni).
Scazzi.
Al voto.
Scazzi.
Al voto.
Ruby.
Scazzi.
Scazzi.
Al voto.
Si rassegna la stampa.
venerdì 12 novembre 2010
Se oggi.
Se oggi scrivessi un post, mi telefonereste per sapere che problemi ci sono.
Se oggi scrivessi un post, perderei tempo perché oggi la luce è rimasta a dormire.
Per cui oggi non scriverò questo post che ho appena scritto.
giovedì 11 novembre 2010
Quesito senza risposta.
ma questo sono io?
Purtroppo, spesso, la visione coincide con la realtà.
Fenomenologia di una fissa.
Martina Stella ha quello che ritengo speciale in una donna.
Il naso sexy.
Non saprei spiegarvi come sia esattamente.
Potrei dirvi ondulato all'insù.
Ma non vuol dire nulla.
E' così come lo vedete.
Non rispetta i classici canoni estetici.
Eppure mi piace da morire.
Oltre a farmi, appunto, sesso.
Lo so, è una fissa da maniaco tutta mia.
mercoledì 10 novembre 2010
Da spartano a sportivo.
Torno in palestra.
L'iscrizione è prossima.
La domanda è dove.
Dopo aver provato la palestra sotto ufficio da pugile in pensione, ho voglia di fare il milanese.
E così, ieri sono entrato alla Fitness First dietro il Duomo.
E ne sono uscito sorpreso, nonché imbarazzato.
Non per la pulizia, l'ordine, i servizi offerti, i costi.
Ma per il lato estetico delle persone.
Lì dentro sono tutti belli.
Tutti.
E tutti vestiti come se fossero in mondovisione durante lo stretching.
Sarò pronto?
Certo, la mia intenzione di partecipare ai corsi di pilates e yoga non mi aiuta in machismo.
Neanche il mio armadio povero di emozioni stilistiche.
Sarò circondato da notai, avvocati, promesse veline e tette rifatte.
Sembra la classica palestra da cinepanettone.
Vorrà dire che farò la doccia con Jerry Calà.
lunedì 8 novembre 2010
venerdì 5 novembre 2010
giovedì 4 novembre 2010
Capodanno.
Mi piacerebbe fare una crociera sul Nilo,
ballare nella notte sulle note di Lady Gaga,
cenare con Pippo ad Eurodisney,
fare un tuffo dall'altra parte del mondo,
guardare tutta di fila la doppia trilogia di guerre stellari,
sciare a mezzanotte,
incontrare Babbo Natale a casa sua,
fare l'amore in spiaggia,
brindare al nuovo anno e lanciare i bicchieri all'indietro,
giocare per la prima volta a poker,
passare due ore su un go-kart,
andare al cinema allo spettacolo delle 22.30.
Prima di svegliarmi al mattino,
invecchiato di un anno dalle emozioni.
mercoledì 3 novembre 2010
La teoria è poco pratica.
E' più forte di me.
Il mio ragionamento ci prova, ma dopo qualche secondo si assenta ingiustificato.
Ci sono alcune conquiste della storia umana che proprio non voglio capire.
Le trovo tuttora impossibili.
Cioè, il televisore.
Ma vi pare possibile che una macchina catturi delle immagini e le spedisca ovunque attraverso dei fili?
Se non foste abituati fin dalla nascita a guardare quella scatola elettronica, forse dubitereste anche voi.
E la macchina fotografica?
Peggio ancora.
Quale magia c'è dietro?
Premo un bottone e quel monumento lì davanti si stampa in uno spazio minuscolo.
No, no.
Impossibile.
Preferisco accettare che sia una magia di Harry Potter.
Alla magia non si dice mai no.
Ma alla scienza, sì.
Potete portarmi a lezione dai migliori illuminati del mondo, spiegarmi passo dopo passo perché succede e come succede.
Ma per me sarà sempre incomprensibile.
Vi faccio un altro esempio.
Una volta ho visto un film ambientato in un'università americana.
Si spiegava una non so quale teoria numerica.
La scenetta era questa, più o meno.
Il docente chiedeva ad un alunno di scegliere fra 3 porte: A, B e C.
Una di quelle porte portava a un premio.
Lo studente diceva C.
Il docente allora lo avvertiva che sicuramente non era la porta A.
Lo studente allora che faceva?
Cambiava la scelta, dicendo B.
Così facendo, secondo la teoria, aveva maggiori possibilità di azzeccare la porta vincente.
...
...
...
Ma perché?
Ma perché devo cambiare, scusa.
Ti ho detto C.
Perché B deve avere più possibilità di C, se vengo a sapere che A non va bene dopo la mia prima scelta?
Portatemi pure Archimede in persona a spiegarmi questa teoria.
Il mio cervello si rifiuterà di aprirgli le porte.
martedì 2 novembre 2010
La moda.
venerdì 29 ottobre 2010
giovedì 28 ottobre 2010
Un fatto assolutamente normale.
-6 punti.
Eh, sì.
Passare con il rosso ha delle conseguenze.
Le quali, nella mia condizione economica attuale, non sono una passeggiata.
Lo devo ammettere. Ho pensato di far parte di quella platea di italiani che contestano la multa per vedersela condonare, anche per futili motivi.
Ma non ci sono riuscito.
Mi ricordo quella serata.
Mi ricordo di essere passato un attimo dopo il rosso.
E di aver visto scattare il flash alle mie spalle.
Non ho difese: devo pagare.
Il senso del giusto non mi permetterebbe altro.
Anche se poi alla fine è un gesto di assoluta normalità.
Ma la normalità, a volte, è un'eccezione.
mercoledì 27 ottobre 2010
Considerazione.
La salute.
Il desiderio.
Le forze.
Prima di tutto, la pazienza.
martedì 26 ottobre 2010
La scarpa dei pubblicitari.
Per questo da anni sono in cerca della "scarpa totale".
Ovvero, quella scarpa che metti e non te ne frega più nulla di quello che Dio ha deciso di far cadere dal cielo.
Quella scarpa che resistesse alla neve, al set, allo shopping.
E' stata una violenza, ma alla fine ho ceduto.
E ho comprato le Blundstone.
Per due motivi le odio, tuttora.
Primo: moltissimi pubblicitari come me le indossano. E questo mi cataloga controvoglia.
Secondo: potete immaginare il mio 44 come esca in questi scarponcini.
Certo, ora affronto indomito l'inverno milanese.
Con 2 cm di suola che mi fanno anche più alto.
Perché la vera missione adesso è non abbassare più gli occhi.
Moderno Clint Eastwood?
No, direi piuttosto Bigfoot.
lunedì 25 ottobre 2010
Inception.
Ieri sera finalmente gli ho dedicato due ore e poco più.
Mi sarebbe piaciuta una telecamera fissa sulle espressioni dubbiose della gente.
Mi sarebbe piaciuto un registratore che cogliesse i miei sospiri pieni di riflessioni.
Dicono che una volta non sia sufficiente per capirlo.
Probabilmente non ne bastano neanche 4 per apprendere ogni sfumatura.
Ma il fatto che dopo un'ora fossi lì a chiedermi cosa significasse questa o quella scena, mi fa dire che il film merita.
martedì 19 ottobre 2010
Gennaio 2011.
lunedì 18 ottobre 2010
venerdì 15 ottobre 2010
La febbre del venerdì sera.
Una ragazza che sa di indie rockstar, particolarmente bella (attenzione: il tatuaggio colorato e invasivo sulle braccia delle donne mi piace un casino).
Per fortuna, l'attesa dura poco.
Bret viene da 5 mesi di booktour e Milano è l'ultima tappa.
Non ha troppa voglia di trovarsi un centinaio di fans davanti.
Lo fa intuire.
Eppure tutto appare funny e non disgusting.
Un pseudo critico inizia a presentare l'autore.
Inizia parlando dell'agorà, ma capisce ben presto che non andrà da nessuna parte di fronte a un Bret alquanto restìo a parlare del suo lavoro.
Così lascia la parola ai lettori.
Ed ecco allora che i discorsi prendono una piega sociale.
Usciamo dall'ateneo ed entriamo in facebook.
Monkey si definisce.
Una scimmia sul palco, pronta a farsi vedere per la gioia del pubblico pagante.
C'è stanchezza e ironia nelle sue parole, ma nessuna critica.
Accetta il ruolo e lo interpreta nel migliore dei modi fino al termine.
Concede moltissimi autografi e foto, senza mai lesinare un sorriso.
Anzi, invita tutti a fare foto e a metterle sui blog (ecco il mio ruolo).
Risponde alle domande, anche alle più stupide.
Un veggente gli chiede se sia il suo ultimo libro.
"I don't know."
Secco, chiaro, linare. Da zittirti subito.
Una masochista chiede il significato dell'ultima frase del libro. (inutile precisare come venga immediatamente zittita).
Un politicante domanda se per American Psycho si sia ispirato a Berlusconi.
"A ridiculous rockstar."
Così lo definisce, chiedendo dove sia questa fantomatica isola piena di puttane che il presidente frequenta ogni tanto.
Il sorriso cattura tutti. Misto amarezza, certo.
Probabilmente ci vede come una Repubblica delle banane.
Anche se a cena si delizierà come mai.
Perché alla fine, per gli americani siamo solo un piatto di pastasciutta.
Cotta al dente, ma cotta.
Allora, non ci resta che piangere.
Anzi, non ci resta che leggere Imperial bedrooms.
venerdì 8 ottobre 2010
Lauree nel seminterrato e professori vestiti da operai.
PADOVA — Lauree nel cortile interrato e professori con addosso pettorine fosforescenti come fossero operai di strada. L’ultima trovata di docenti e ricercatori del Bo contro il ddl Gelmini.
Io lo trovo offensivo nei confronti degli operai. E poco rispettoso verso i nuovi dottori e le loro famiglie. Ancora una volta, ho la sensazione che la scuola italiana abbiamo bisogno di una mazzata molto più pesante di quanto si dice adesso.
giovedì 7 ottobre 2010
Ci sono canzoni che...
... s'impossessano di te e ti fanno pensare alle tue storie, al tuo futuro, ti fanno parlare mentalmente con alcune persone, ti aprono ad altri pensieri che aprono ad altri pensieri, ti chiudono il cuore, ti sdoppiano in tanti se e molti più ma. Ti comunicano di tutto, tranne il loro reale pensiero.
Non c'è niente di me, fuori di me.
Una vita.
L'attimo prima del respiro.
Le mie giornate.
Dietro qualcosa che non bussa a nessuna porta.
Se non a quella di un attesa perenne che non sa orientarsi.
Avesse un senso.
Avesse un significato.
Avesse un nemico, saprei con chi lottare.
Invece parla solo con se stessa.
Sto consumando le mie ore.
Me lo dice il soffitto che mi guarda tutte le notti addormentarmi.
Me lo ricorda la casa vuota nell'aspettarmi.
Me lo dimostrano le mie abitudini troppo solitarie per vivere al di fuori di me.
Questo enorme cronometro che cerca di scagliarmi le sue lancette per strada
ha il tempo dalla sua.
martedì 5 ottobre 2010
Fatti non fumo.
Perché?
Gli puzzano le mani.
Ti tocca sempre aspettarli, mentre si prendono i loro minuti d'aria.
Ti lasciano da solo come uno sfigato nel locale, mentre loro escono a ciacolare con la "sizza".
Ti bruciano la camicia, passandoti accanto, quando alla nicotina aggiungono l'alcool.
Momento di sfogo irrazionale.
lunedì 4 ottobre 2010
I hope, i hope.
Ovvero, appena finisce di spendere i suoi primi milioni di dollari si mette a scrivere.
E' fatta.
venerdì 1 ottobre 2010
Paradosso.
L'ascensore.
L'auto.
Gli esempi possibili per testimoniare la nostra voglia di comodità sono infiniti.
Spendiamo centinaia di euro per attrezzature che limitano le nostre fatiche giornaliere.
Spendiamo centinaia di euro per attrezzature che ci fanno sudare in palestra la sera.
L'unico a farsi i muscoli è il conto in banca.
lunedì 27 settembre 2010
It's a bad world.
venerdì 24 settembre 2010
S.S.N.
Loro: "Certo, in quale struttura?"
Io: "E' lo stesso..."
Loro: "Vediamo... la prima disponibile è... a Settembre 2011 al Niguarda."
Io: "..."
Loro: "Ah, no... c'è prima un buco al S.Paolo... il 9 Agosto 2011."
Io: "..."
Loro: "..."
Io: "..."
Loro: "Le conviene prenotare..."
Io: "..."
Loro: "... visto che c'è posto..."
giovedì 23 settembre 2010
Esperimento scientifico: scrivere parole a caso in rapidissima sequenza.
veloce.
verbo.
senza.
otto.
se.
canto.
piano.
ma.
davvero.
oggi.
perché.
santo.
sento.
solo.
ovvio.
gigi.
pasta.
mangia.
canta.
cacchio.
cazzo.
calo.
pesce.
mah.
se.
davvero?
e se domani.
(se trovate un senso a questo filotto, vincete un francobollo usato)
mercoledì 22 settembre 2010
Ai voti.
Ho 34 anni.
Da 16 ho il diritto di esprimere le mie idee con una x.
Ricordo vivamente il mio primo voto.
Ero mezzo malato, ma non volevo saltare la mia prima volta.
Votai MSI.
Sì, mi sentivo abbastanza estremo nello spirito.
Il tempo ha addolcito le mie posizioni, senza però portarmi dall'altra parte.
Sono da sempre un finiano.
E continuo ad esserlo in questa fase traballante del presidente della Camera.
Ho trasgredito solo tre volte: una volta ho dato il mio appoggio alla Lega, uno alla Bonino (per la fiducia in lei) e l'ultima volta a Di Pietro (solo per limitare la vittoria di Berlusconi alla Camera).
Oggi è il caos.
Sono riusciti a spegnere quasi del tutto quella fiammella partecipativa che ardeva in me.
Oggi, davvero non saprei che fare.
Negli ultimi anni ho sempre cercato di affidarmi a chi mi prospettava un governo più duraturo degli altri. Non migliore per forza, ma continuo nel suo operato.
Oggi però è il caos.
A chi dare il voto?
Al PDL? Senza Fini come prossimo premier direi di no.
Al PD? Hanno più correnti di un oceano. Come posso fidarmi?
All'UDC? Si portano dietro troppo retaggio del passato.
SINISTRA RADICALE? Per me questi non esistono.
LA DESTRA? Finché continuano ad esserci i mini-busti del Duce ai convegni...
LEGA? Grezzi, ma con un progetto chiaro. Però adesso votare loro è votare PDL.
IDV? Demagogia allo stato puro.
RADICALI? Per molte cose potrei stare con loro. Per molte altre no. Un voto a metà non serve.
GRILLO? Dal dire al fare c'è di mezzo un mondo.
Poi mi capita di vedere Matrix.
Mi capita di ascoltare Renzi, sindaco di Firenze, esponente PD.
E capisco che sono queste le persone che cerco.
Sono queste le figure che riaccendono l'entusiasmo.
Purtroppo o per fortuna, nel PD non lo capiscono.
Purtroppo o per fortuna, nel PD c'è ancora D'alema.
lunedì 20 settembre 2010
Qualche sfiga la devo pur avere.
Non mi drogo.
Non bevo.
Ci sarà qualcosa che mette in crisi la mia immortalità?
Ecco servito il colesterolo alto.
Oggi ho fatto le analisi in farmacia.
Non complete e non del tutto precise.
Ma indicative, almeno, sì.
Visto che la moda di mettere tutto on line prosegue, vi riporto i miei valori:
colesterolo totale: 252 (alto)
colesterolo hdl: 29 (basso, ma dovrebbe essere più alto)
trigliceridi: 169 (ai limiti... dovrebbe essere un pelo più basso)
colesterolo ldl: 189 (alto)
glicemia: 120 (alto)
Non mangio formaggio, non bevo vino, condisco poco gli alimenti e non mi sfondo di dolci.
Beh, qualcosa non gira.
O meglio. La cosa è chiara.
Oltre all'amore, mio padre ha deciso di infondere nei suoi tre figli il dono del colesterolo.
Basta saperlo.
Ma la domanda, allora, è un'altra.
Perché solo a me ha passato anche il dono della calvizia?
venerdì 17 settembre 2010
Milano vuole la mia pelle.
Una bmw se ne infischia della precedenza e mi sfiora.
M'inc***o con l'imbecille, ma riprendo tranquillo la strada.
Passano 50 metri.
Improvvisamente davanti a me si apre la porta di un furgone.
Statisticamente ho rischiato 2 incidenti nel giro di 30 secondi.
Un record.
Spero di essere a posto per un bel po'.
Devo ringraziare il mio sangue freddo misto all'istinto che mi permette di fare la cosa giusta al momento giusto. Ma se i milanesi realizzassero che in strada ci sono anche i motorini sarebbe meglio.
giovedì 16 settembre 2010
Ping pong fra gli artisti.
Fra tutti i social network, Ping è quello che mi prende di più.
Per quanto sia una visione filtrata, mi lascia l'illusione di poter consigliare una canzone a Gwen, di ascoltare il pezzo che in questo momento Jova ha in cuffia o di scrivere a Damon che l'ultimo cd dei Gorillaz è meraviglioso.
Certo, c'è un "velo" di marketing dietro a tutto che non mi piace.
E, soprattutto, non so quanto durerà questa passione.
La caratteristica negativa dei social è che non sanno rinnovarsi.
E la ripetizione lascia il passo alla noia.
Ma fino all'attimo prima saprà darmi soddisfazioni.
Ora vado. Ho un appuntamento con l'ipod di Lady Gaga.
mercoledì 15 settembre 2010
L'automobile a due ruote.
Non per discriminazione nei confronti delle due ruote motorizzate, ma più per caso. Nel momento cruciale della crescita, il mio gruppetto di amici storici optava per le bici. Ragion per cui, ho saltato a piè pari la moto per puntare diritto all'auto. (anche se i miei fratelli avevano entrambi una 125).
Poi il destino mi ha obbligato recentemente a prendere un cinquantino sputa-fumo. Non durerà molto questa fase a due ruote, nell'animo non sono un easy rider. Però è molto istruttiva come scuola di guida sicura. Me ne sono reso conto ieri, quando un automobilista stava per centrarmi con la portiera. E' il duplice punto di vista a darmi sicurezza. Quando sono in auto, conosco i possibili movimenti dei motorini che prima ignoravo. Viceversa, con il cinquantino.
Praticamente, guido a quattro mani. Il problema sarà frenare con 2 piedi.
venerdì 10 settembre 2010
Capita.
Ecco, ricordatemi questo aneddoto quando mi chiedo perché sia a Milano.
mercoledì 8 settembre 2010
Sono un pappamolle.
Non sono un amante dei reality.
Ma quest'anno ho un occhio di riguardo per X-factor.
Più per la curiosità di vedere Elio in azione che altro.
Non l'avessi mai fatto.
Ogni volta che vedo Stefano Filipponi,
piango.
Alla faccia di Chuck Norris.
martedì 7 settembre 2010
Il colmo.
Poi una sera vai al cinema nella tua piccola e provinciale Padova e ti spaccano la chiusura centralizzata nel tentativo di rubarti la Polo.
Ladri e buoi dei paesi tuoi.
lunedì 6 settembre 2010
Il senso opposto della vita.
Il destino insolito si è divertito a stracciare il mio cuore fra tristezze e sorrisi.
Due fatti così intensi, lontani, vicini.
Perché agli opposti della stessa linea.
La A, la Z dei nostri giorni.
Due momenti non previsti in entrambi i casi.
Non calcolati.
Non segnalati.
L'immaginazione è qualcosa che lascia a desiderare a volte.
Nella gioia e nel dolore.
E forse è proprio questo che ho capito.
Lasciamo passare il nostro tempo in vane illusioni.
In vani progetti.
In vane carriere.
In vane emozioni giovanili.
In vane scarica-responsabilità.
In vani pretesti.
In vani amori.
In vani lavori.
In vani orgogli.
In vani silenzi.
In vane parole.
In vane scuse.
In vane paure.
In vane credenze.
Invano.
L'attesa è inutile.
L'attesa è omicidio.
L'attesa è una lacrima sporca.
L'attesa è un passatempo che non possiamo permetterci.
Non siamo noi a decidere il nostro destino.
E' ora di vivere.
giovedì 2 settembre 2010
La scena comica più cult di sempre.
Il ricordo di questo spezzone mi segue o perseguita ormai dalla gioventù più lontana. Ma vale sempre la pena riguardarlo.
mercoledì 1 settembre 2010
That's incredible.
"Ma sei dimagrito?"
"Sei grosso... fatto palestra?"
"Sei diventato un uomo... stai proprio bene..."
Se indossare la camicia provoca questo effetto,
mi ricorderò di indossarla tutti i giorni.
sabato 28 agosto 2010
Il tempo.
E' ieri.
Eppure se vado a riscoprire i vestiti che indossavo, i personaggi di allora, le trasmissioni, capisco che c'è quasi una generazione in mezzo.
E che mi ha portato all'oggi.
Più che mai dominato da domande, con il ricordo di una giovinezza che sento ancora vicina, ma che ha voltato l'angolo da un bel po'.
Così oggi sono qui con 34 anni in mano che cominciano ad avere un peso.
Come me.
E più di me.
mercoledì 25 agosto 2010
I francesi.
Fanno jogging ad ogni ora del giorno.
Non rinunciano alla baguette.
Fanno figlie molto belle ( non per essere razzista, ma anche le cassiere del supermarket hanno un loro perché).
Usanno gli occhiali da sole a specchio.
Fanno finta di non capire il tuo inglese.
Quando capiscono che parli inglese, ti rispondono comunque in francese.
Per ogni precedenza che dai, l'automobilista o il pedone ti ringraziano con la mano.
Impazziscono per le cozze.
E le abbinano non so perché alle patatine fritte.
Amano la nutella.
Fanno mangiare ai loro figli il "super mascotte": un mega krapfen ripieno di nutella con chili di zucchero a velo sopra. La cosa strana è che lo trovi solo in spiaggia, sotto il sole cocente.
Sono cortesi, almeno nei luoghi di villeggiatura.
Hanno una lingua che anche se ti dicono "stronzo", sembra che te lo dicano con affetto.
Non sanno tagliare gli affettati.
Impazziscono per i lapins cretins (in Italia sono i raving rabbids).
Hanno un ottima cultura per i fumetti.
Fanno una pizza non male, ma la rovinano con l'olio all'aglio.
Hanno pochi semafori.
Ti fanno pagare abbastanza l'autostrada.
Ma ti offrono toilettes pubbliche pulite in ogni città.
I loro canali nazionali televisivi hanno bellissimi stacchi pubblicitari.
Non amano tantissimo il lettino, preferiscono l'ombrellone.
Fanno le vacanze in Francia per valorizzare il proprio paese.
Ti fanno pagare l'acqua minerale come una coca.
Sanno impreziosirsi.
Non scrivono "panettiere" sull'insegna, ma "la maison de pain".
E i piatti speciali del giorno nei ristoranti sono chiamati "Suggestion".
Vanno matti per il gioco delle bocce.
(scusate gli stereotipi, ma sono il frutto di dieci giorni a spasso in Costa Azzurra).
sabato 7 agosto 2010
bye bye.
(jesolo)
Poi, mare.
(costa azzurra)
Infine, lago.
(garda)
Sarà un'estate bagnata dall'acqua salata di emozioni?
martedì 3 agosto 2010
Emozione.
Ovvero, quello che succederà domani per lavoro alle 10 circa del mattino.
Wow.
sabato 31 luglio 2010
Tantissima.
Voglia di fare stretching con la mia vita.
Il dottore mi farà la ricetta per un elettroshock.
Ho la vaga sensazione di perdere tempo.
E non voglio più farlo.
Vivo come un ventenne.
Faccio acquisti da ventenne.
Ma ho 34 anni.
Sono più vecchio di Cristo.
venerdì 30 luglio 2010
Tar-taro.
Non discuto l'intervento. Non discuto se sia giusto o meno. Non discuto nulla. Ma è possibile che ogni volta in Italia ci sia sempre un Tar che boccia un decreto o un atto di qualsivoglia governo?
Sogno una democrazia tirannica.
Come nell'antica Roma, sogno l'elezione di un dittatore a scadenza (6 mesi).
Eletto per salvare la Repubblica.
giovedì 29 luglio 2010
Succede.
Quando chi ti sta intorno, indossa nuove maschere.
Quando ti accorgi che tutto è cambiato, tranne te.
Quando ti svegli da un sogno e ti accorgi di dormire ancora.
Solo allora capisci che è il momento di smetterla di fare l'autostop.
martedì 27 luglio 2010
Dal porca miseria al porca troia.
E la sua stessa volgarità.
Ricordo ancora quando con fare da bullo dissi ad un bambino di 8-9 anni "ti vuoi limonare quella?".
Frase che fu subito redarguita da un capo scout di passaggio.
(senso di colpa del nulla che mi perseguitò fino alle porte delle medie)
Passato lo scoglio della prima reprimenda, ho vissuto diverse fasi di parolacce.
Quelle che più o meno toccano tutti.
Mai eccessivo.
Il vero strappo me l'ha dato Milano.
Deviante anche nel linguaggio (qui sarebbe da fare un altro post su quanto Milano abbia influito sul mio linguaggio, ma sopratutto sui miei silenzi).
Sono passato da intercalari stupidi e senza senso ad espressioni più logiche e grevi.
Prima usavo un vuoto "Marostica!"(mi piaceva il suono della parola, provate a dire Marostica con cattiveria... sembra un'imprecazione), o un inutile "S.Patata Apostolica" (mah, forse volevo bestemmiare, senza farlo realmente).
Adesso dico spessissimo"minchia".
Che milanese non è, ma si sente più a Milano che in Sicilia.
Strani circuiti di parole che si attaccano alle persone a seconda delle esperienze vissute e non per il loro reale significato.
ps: Milano ha estremizzato me stesso. Ha preso il brutto di me con l'obiettivo di renderlo ancora più impresentabile. Dal carattere al fisico. E ci sta riuscendo perfettamente.
giovedì 22 luglio 2010
La Milano da bere.
L'uomo che lo guida è arrembante come un mojito alle 18.30.
In ordine di apparizione, indossa:
scarpe Church's,
jeans (sicuramente modello nuovo Diesel),
giacca in doppio petto,
camicia bianca,
fazzolettino nel taschino,
casco bianco con qualche adesivo che rimanda a chissà quale club esclusivo di Varese.
L'auricolare lo tiene al telefono con un suo amico.
Il semaforo rosso mi permette di porgere più di un orecchio alla conversazione, nonché conservazione di retaggi del passato.
(Please, turn on: milan language)
"Uè allora.... sei a Milano o in qualche parte del mondo?.... ah, ah, ah... ci sei stasera?"
E' più forte di me.
Lo visualizzo subito.
Locale all'aperto.
Negroni sbagliato (che non saprei dirvi cosa sia perché non lo bevo, ma lo sento dire spesso).
Qualche sniffata in bagno.
Qualche amico sui 35-38 anni, tutti single.
Qualche figa (sì, quella che vedi e pensi "figa").
Il verde scatta.
Lo seguo e lo ritrovo al semaforo dopo.
Come una partenza al via, mi avvicino di nuovo.
L'intercettazione prosegue.
".... andiamo a St. Moritz e chiudiamo... poi vediamo se fare una proposta aggressiva..."
Si sta comprando una seconda casa?
Sta acquistando un lotto di terra, dove costruirci un condominio di lusso?
Sta definendo il divorzio di un miliardario russo e deve proporre alla sventola di turno un assegno da 200.000 euro mensili?
Non lo so.
L'uomo scappa, tracciando una scia di fantasie dietro a sé.
E lasciandomi con un sacchetto di stereotipi in mano.
Ah, che bello avere certe sicurezze nella vita.
mercoledì 21 luglio 2010
Giuro.
Di non resistere all'umana vergogna.
Di non temere di spendere soldi inutili.
Di lasciarmi andare alla vacuità musicale.
Di non perdere mai più concerti così pacco.
martedì 20 luglio 2010
Vacanza vacante.
La vacanza che sta arrivando non è così caldeggiata come negli anni scorsi.
Non calcolo i giorni mancanti.
Non boccheggio immaginando la meta.
Forse perché sarà solo un giro di boa.
Sarà solo un giro di go kart.
Ma poi si torna al via.
Ed in questo momento sono più concentrato sul punto di partenza.
Che sul punto di arrivo.
Se fossi un professore, mi prenderei l'anno sabbatico.
lunedì 19 luglio 2010
Martin, il nuovo Thor.
Alla scoperta del mio nuovo eroe.
Qui in duetto con una sconosciuta Tarja Turunen, famosissima però in Scandinavia.
Sarà forse questa presenza del nord a dare un tocco da vichingo al tutto.
Il video è un insieme di immagini senza un reale perché e prive di fascino.
Ma Martin che lancia l'ascia e centra perfettamente il tronco è una scena talmente finta e inutile da piacermi.
E poi, lui che taglia la legna.
Lui che rifiuta il cibo da lei preparato.
O lui che mangia il pollo, son espressione di un machismo totalirista senza motivazioni.
Grande Martin.
sabato 17 luglio 2010
E' fatta.
Adesso voglio sapere di tutto.
E avere tutti i suoi cd.
Missione in atto.
Fremente attesa.
Vi tengo informati su questo evento mediatico.
Mi vedo già passeggiare per Berlino con la più grande star metal-pop tedesca.
mercoledì 14 luglio 2010
Segni.
L'indice della mano sinistra.
La zona lombare.
Il muscolo del gran dorsale destro.
La follicolite.
Più afte del solite.
Quello che l'anzianità chiama acciacchi sembrano annidarsi sempre più in questi mesi.
La voglio leggere come una manifestazione esterna del mio inconscio.
Un linguaggio del corpo che ha imparato a comunicare.
Evidentemente, sta cercando di dirmi qualcosa.
Qualcuno ha un traduttore simultaneo?
martedì 13 luglio 2010
Mi sto chiedendo, se può diventare il mio nuovo idolo.
Per svariati motivi che non sto qui a spiegarvi, venerdì ero al telefono con questo Martin.
Parlando del più e del meno, è venuto fuori che lui fa metal ed è molto conosciuto in Germania.
Mosso dalla curiosità più spinta, sono andato a cercarmi qualche sua canzone.
Più che metal mi sembra alluminio.
(chi conosce il mio passato da cantante si ricorderà gli inutili Alluminia)
ps: però ci sono anche canzoni molto più toste.
Quindi mi sa che si è ammorbidito per fare soldi.
sabato 10 luglio 2010
Cattedrali deserte sull'A4.
Forse è solo un grande esperimento.
"Che ci inventiamo questa volta?"
"mmm..."
"Ho un'idea... studiamo gli effetti della coda sull'automobilista..."
"mmm... topi in gabbia... sappiamo già tutto di loro..."
"ma qui sarebbero sardine...."
Deve esser stato per forza un esperimento scientifico.
Deve esserci stato per forza qualche illuminato di qualche università di qualche paese lontano che ha deciso di studiare le reazioni sotto stress dell'essere umano.
Altrimenti non si capirebbe un venerdì sera del primo esodo estivo con sciopero dei treni annesso, più camion liberi di circolare e cantieri aperti (ma ovviamente vuoti).
Forse leggerò un articolo su illustri giornali medici con i resoconti dello studio.
Forse sarà messa in vetrina proprio il mio caso specifico.
Rientrerò in quel 33% che maledicevano la partenza, annunciando intenzioni di pigrismo più totale per i prossimi week-end estivi.
O forse è un complotto delle multinazionali petrolifere per farci consumare più benzina possibile, tenendoci bloccati con il climatizzatore che si abbevera dai nostri serbatoi.
O forse era una manovra occulta dei militari per allontanarci dalle città e ribattere senza vittime all'invasione aliena.
Non mi ricordo quale fossero le esatte parole di Hitler (o Goebbels?), ma il senso era più o meno questo: "più grande è la bugia, più il popolo gli crederà."
Accetto qualsiasi balla sulla coda di ieri sera, ma non ditemi che era un semplice esodo estivo.
mercoledì 7 luglio 2010
Ho voglia di.
Non averne il tempo.
E dedicarmi al sorriso più nascosto che vive in me.
Sono sull'orlo del lasciarmi andare.
martedì 6 luglio 2010
La fiducia.
Non a dare il meglio di sé.
Ma ad avere la consapevolezza di poter sbagliare.
Per questo chi ce l'ha, non sbaglia.
venerdì 25 giugno 2010
A mani vuote.
Fino a stritolarla.
Fino a sacrificarla ai propri errori.
Sono le nostre convinzioni a negare i nostri passi.
A nasconderli in mappe di tesori sconosciuti.
Appassiti.
Sgualciti.
Frastornati.
Abbattuti.
Svuotati della loro carne.
Sono i nostri ideali a farci sbattere contro lo scorrere delle cose.
Che non rimpiange nessuno.
Che non ricorda alcuno.
Tranne se stesso.
martedì 22 giugno 2010
Il piccione impiccione.
Che tubi a fare.
Voglio dire, nel 2000 ancora con questi versi?
Ma chi ti capisce.
Poi me lo devi spiegare perché non puoi rimanere sotto le coperte fino alle 8 anche te.
Ogni giorno al levar del sole, sei lì.
Mica sbagli tetto te.
Sei peggio di una gallina, ma hai la precisione di un navigatore.
E tubi.
Tubi.
Ma non titubi mai.
Sei il leit motiv della mia levataccia.
Eppure sei inutile al destino celeste.
E poi scusa, con tutto lo spazio che c'è... proprio lì devi tornare ogni giorno?
Vicino alla finestra del mio vicino, non permettendomi di fulminarti anche solo con gli occhi.
I casi sono due.
O ti allontani di tua volontà.
O.
martedì 15 giugno 2010
Cosa ci guida?
Compro libri che poi non riesco a leggere.
Colleziono dvd da avere assolutamente.
Accumulo fumetti che ingialliscono.
Ma a cosa serve tutto questo?
A nascondere quello che manca.
venerdì 11 giugno 2010
L'inevitabile considerazione del se senza ma.
Nessuno ti parla.
Se.
Le parole degli altri faticano ad uscire.
Se.
Sul loro libro bianco c'è spazio solo per la cancellina.
E' senza ma.
La teoria che sia tu l'omicida.
martedì 8 giugno 2010
In memoria di. (2)
lunedì 7 giugno 2010
In memoria di.
Duna verde.
Lì si annida il mio mare.
Non proprio limpido nell'accoglierti fra le sue sabbie, ma trasparente nelle promesse.
Lui ti offre pace, sonno, silenzio, sole e il calzone più buono del mondo.
Almeno fino a ieri.
Almeno fino a quando i miei occhi si sono soffermati su uno strano cartello che campeggiava sulla vetrina della pizzeria Ai Ciclopi, la migliore al mondo.
Nuova gestione.
Anche se sarebbe meglio scrivere nuova digestione.
Perché sono passato da una luculliana sinfonia palatale ad un assordante gocciolìo di smorfie.
E' come se non esistessero più le fragole.
Come se togliessero dal mercato la Girella.
Se gli alieni rubassero la ricetta della Nutella.
O se il pollo arrosto si rifiutasse di fare la figura del pollo.
E adesso dove trovo un altro calzone così?
lunedì 31 maggio 2010
To do.
ps: certo, se spuntasse un biglietto all'ultimo di Lady Gaga...
martedì 25 maggio 2010
lunedì 24 maggio 2010
Magnifica.
Ovvio.
Sarò il primo a comprare questa canzone.
ps: all'inizio capivo "c'è Cannavaro, c'è capitano". Senza l'articolo "il" davanti alla parola "capitano", trovavo il ritornello ancora più irresistibile.
giovedì 20 maggio 2010
1 pecora, 2 pecore, 3 pecore...
Ho sentito discorsi che mettevano prima il lavoro e la realizzazione di sé.
Ho sentito discorsi che glorificavano sì la famiglia, ma solo a partire dai 50 anni compiuti.
Ho sentito discorsi che avanzavano presunte immortalità del genere umano fino a 80 anni.
Ho sentito paragoni assurdi fra cani da portare al parco e figli da accudire.
Fino a quando ho capito di trovarmi in uno strano sogno.
Però qui nessuno si sveglia.
martedì 18 maggio 2010
Un'altalena in bilico.
Per caso, un pezzo sconosciuto si è nascosto nel mio umore.
Accendendo ora sorrisi, ora angosce, ora sorrisi, ora angosce.
Lo strano suicidio di una canzone che aveva voglia di vivere.
Effettivamente (2).
lunedì 17 maggio 2010
Effettivamente.
giovedì 13 maggio 2010
Non c'è storia.
mercoledì 12 maggio 2010
martedì 11 maggio 2010
Il caso non esiste.
Veronica Lario conobbe Berlusconi nel camerino di un teatro.
(E fin qua)
Lei aveva il ruolo della protagonista.
(E fin qua)
L'opera era il "Magnifico Cornuto".
(...)
ps: alle volte sembra che il Creatore voglia giocare con noi.
lunedì 10 maggio 2010
Un nuovo mito.
Le donne non mi fanno ridere.
Solo la Cortellesi riesce spesso a smuovermi la pancia.
Le altre, più o meno famose, mi hanno sempre lasciato indifferente.
E' un fatto di tematiche, di corde che si toccano.
Io mi esalto quando trionfa il non senso, quando la comicità è anche fisicità.
Le comiche alla Littizzetto usano invece il linguaggio.
Questo fino a venerdì.
Poi mi è capitato di vedere a teatro "La baita degli spettri" di Lillo&Greg.
A parte loro due, magnifici come sempre, ho scoperto Virginia Raffaele.
Un pò la conoscevo, ma le sue qualità hanno avuto conferma sul palco.
Una "sagoma" che da oggi avrà tutto il mio rispetto.
E le mie risate.
ps: questa spacca.
venerdì 7 maggio 2010
Le vie dell'Inps sono infinite: la vendetta.
Chi non la conoscesse, la può leggere qui.
Per gli altri invece c'è un freschissimo sviluppo.
Giusto oggi sono arrivate le rate da pagare.
Mica tutte.
E mica quelle giuste.
No, dalla numero 13 alla numero 18.
Così, giusto per far vedere che sono attivi.
Che ci tengono al mio caso.
Fa niente se non ho mai ricevuto le prime 13.
Fa niente se non ho mai ricevuto una comunicazione sulle spese da sostenere in generale.
Intanto, quelli dell'Inps si portano avanti.
Così avanti che mi fanno saltare più di un anno di rate.
Magari riceverò una lettera prossimamente in cui mi dicono che posso andare in pensione già a partire dal 2011...
ps: questo caso mi preoccupa un pò. Ma io sto dando i miei contributi a questi?
mercoledì 5 maggio 2010
Dormire su una frittura.
E ho sparato alto.
Anzi, altissimo.
Così in alto che sono andato fuori dalle orbite.
Praticamente nello spazio.
Sarà per questo che ho comprato il materasso studiato dalla Nasa.
Sarà per questo che il mio salvadanaio grida vendetta per gli zero che gli ho tirato via.
Una lucida follia che pagherò cara. Carissima.
Tempur è il suo nome.
Spero che non sia come il Tempura.
Altrimenti significherebbe che il mio conto in banca è fritto.
ps.: ecco perché si dice sogni d'oro...
martedì 4 maggio 2010
lunedì 3 maggio 2010
venerdì 16 aprile 2010
Le vie dell'Inps sono infinite.
"Perché non riscattiamo la tua laurea?"
L'idea non mi esaltava.
Ma avviare la pratica non vuol dire portarla al termine.
Facciamo la richiesta.
L'Inps non è che dovesse fare chissà che.
I passi sono:
1) accettare o meno la richiesta
2) avvisare sui contributi da versare.
3) invio del R.I.D. bancario.
Non mi sembra un'impresa impossibile.
Almeno, sembrava.
Subito si verifica la prima falla.
La prima loro comunicazione, datata febbraio 2009, mi arriva a Maggio.
(vabbè, le poste)
Mi avvisano che non posso riscattarla. Almeno, per quanto riguarda due periodi di 10 settimane.
Non capisco bene la risposta, ma mollo tutto.
Passa quasi un anno e mi arriva una seconda comunicazione con il R.I.D. da inviare alla mia banca. Come se tutto fosse andato avanti senza problemi.
Ma qui sono passati al punto 3, saltando il 2.
Ovvero nessuno mi ha detto su quanti contributi dovrei versare, perché, quando, come.
E' arrivato il momento di chiamare il numero verde.
Resto un pò in attesa, ma alla fine prendo la linea.
Mi rispondono che non è di loro competenza.
(vabbé)
Mi danno un numero specifico sui contributi.
Chiamo.
Nessuno risponde.
(vabbé)
Aspetto il giorno dopo.
Mi risponde un signore che mi dà un interno specifico per il problema.
Chiamo.
Nessuno risponde.
(vabbé)
Aspetto il giorno dopo.
Mi risponde una signora innervosita che mi gira due numeri diversi da chiamare perché la responsabile che ha firmato la mia lettera non c'è più.
Digito il primo.
Nessuna risposta.
Chiamo il secondo: mi risponde una signora.
Lei mi ascolta, ma non può rispondermi perché è la responsabile.
Mi gira un altro numero da chiamare.
(eh, vabbé)
Chiamo.
Risponde una signora.
L'avverto subito che il suo interno me l'ha dato la responsabile.
Lo scaricabarile deve per forza fermarsi.
Mi tiene in attesa circa 5 minuti.
"La sua pratica deve aver avuto un problema. Mi scriva una nota ufficiale via email per avviare la ricerca."
Scrivo.
Oggi è il 16 aprile.
Secondo voi, quando riceverò una risposta sensata?
giovedì 15 aprile 2010
Morto un giornalista, non se ne fa un altro.
Come fai a non pensarci.
Io ci sono cresciuto.
Con il suo pendolino che ascoltavi per scaramanzia.
(una mano sul telecomando e una sulle parti intime)
Con le sue frasi colorite.
Con i suoi appelli del martedì.
Con le sue bombe di mercato.
Una delle quali passò alla storia per l'eccessiva sparata.
Successe tutto circa dieci anni fa.
Prima dell'avvento dell'euro.
Nello studio di Guida al campionato.
Quando Luis Nazario Ronaldo spopolava nell'Inter.
Fu allora che Maurizio Mosca affermò con tono giornalistico che dal Real era giunta
un'offerta di 500 miliardi di vecchie lire.
Troppo esagerato.
Troppo assurdo.
Troppo forte.
venerdì 9 aprile 2010
Sono un tamarro.
Ci sono canzoni e canzoni.
Quelle portate più a smuoverti i pensieri, quelle che ti rimandano al passato perché collegate a chissà quale storia, quelle invece che ti mettono il sorriso dalla prima nota.
"Storie di un bellimbusto" di Elio, "Shine on" dei The Kooks sono le mie più gettonate in questo momento di richiesta di donazione di emozioni e sorrisi.
Questo appare nella vetrina.
Questo è scritto sul volantino.
Questo è detto nell'annuncio senza leggere le postille.
Ma la verità è che le 7 note che mi mettono in sesto adesso sono proprie queste qua sopra.
Credo di avere l'animo da tamarro-ballerino improvvisato-discotecaro, con sul petto una canottiera bianca senza maniche che trattiene a stento i chili in eccesso.
giovedì 8 aprile 2010
D'Annunzio Vobis.
Io non posso che obbedire.
ps: la passione che ho per il Vate nasce da nonna Flora. Penso sia indimenticabile avere una persona davanti che, prossima alla morte su un letto di ospedale, si disinteressa di tutto, tranne dei tuoi racconti sul Vittoriale.
mercoledì 7 aprile 2010
The most beautiful girl in the world.
Non ho mai nascosto la mia venerazione per Sharon Stone.
Che, contro le starlette di turno, vince comunque, ovunque e quantunque.
E il culmine di bellezza lo raggiunge in "Atto di forza", non in "Basic Istinct" come si potrebbe pensare. Un mix di tenerezza e sensualità che fonde i sensi. Nel senso proprio di fusione a freddo, a caldo o a temperatura ambiente.
Gli uomini preferiscono le bionde?
Io sicuramente sì.
domenica 4 aprile 2010
Lo zio è un-politically correct.
Lo zio è il parente "maledetto" che non vedi mai.
Salta i tuoi appuntamenti.
Abita lontano, chissà dove.
E pochi km diventano un continente.
Della sua vita conosci poco, avvolto com'è nel mistero.
E' un'anima che respiri per poche ore e poi "puff", scompare in un arrivederci.
Perché lo zio è il giocattolo che scordi di avere nell'armadio.
Con lui stringi accordi segreti.
Di lui ti puoi fidare.
Primo perché rispetta poco le raccomandazioni dei genitori.
Secondo perché a lui non si obbedisce. Si comanda.
Quando arriva, è già l'ora di salutarlo.
Arriva come Babbo Natale.
Non lo associ ai compiti, lo associ ai regali.
In più nel codice dello zio, articolo n.164, comma 2 c'è scritto:
"Lo zio è il parente stretto che si può prendere in giro, anzi si deve."
E' la fotografia dei tuoi, con l'aggiunta di ironia e leggerezza.
Non è l'autorità.
E' il rompete le righe.
Non è la matita.
E' la gomma che cancella.
giovedì 1 aprile 2010
Pensieri a caso.
- Non me l'aspettavo. Crampi ai piedi, ai polpacci e sete... tanta sete. Ma non al termine di una partita di calcetto. E non dopo un'ora di jogging. Bensì di nuoto.
- Sabato sera al termine di Roma-Inter, ci sintonizziamo sulle radio romane. A parte la radiocronaca in loop dei gol romanisti, a parte le telefonate in studio contro l'arbitro e sulle emozioni provate in 90 minuti, la chicca più enfatica è il commento finale di uno spettatore sul palo finale di Milito: "... era il palo di Dio..."
Che ci volete fare, noi romanisti siamo così.
- Ho voglia di scappare lontano per una settimana, spaparanzarmi al sole e pensare esclusivamente a quello che dovrò fare il secondo dopo. Ma quest'anno i ponti non aiutano. Tralasciando il conto in banca che non aiuta mai su argomenti di questo tipo. Vorrà dire che mi ammazzerò di sonno e libri.
martedì 23 marzo 2010
Mi son fatto le scarpe.
Alle medie le rubavo a mio fratello per fare il figo durante l'ora di ginnastica.
Le trovavo così trendy da sottrarle la notte prima silenziosamente.
C'è un piccolo particolare.
Mio fratello indossa il 42.
Io il 44.
ps: dopo tanta sofferenza non potevo non comprarle per il loro trentennale.
ps2: 30 anni? ma quanti anni sono passati?
Esco a farmi una vasca.
Dal nome potrebbe sembrare una piscina orribile, invece si presenta bene.
E soprattutto è a 3 minuti da casa mia.
Alla cassa mi lascio affascinare dall'edilizia fascista.
La frase del D'annunzio scolpita in alto mi conquista del tutto.
Ci siamo. E' lo sport per me.
E per la mia schiena che ultimamente reclama attenzioni.
Pago.
Chiedo informazioni.
E' bello come diano sempre tutto scontato.
Tranne l'abbonamento.
Il metodo migliore è sempre quello di seguire la persona più avanti che avanza con passo sicuro.
La seguo.
Tornelli.
(Ma dove sono? Allo stadio?)
Questo imprevisto mi rallenta e perdo il mio faro.
Per fortuna una signora delle pulizie mi indica la strada.
Entro negli spogliatoi.
Ci sono cartelli con divieti ovunque.
Fare la doccia prima di entrare. Non lasciare incustodite le borse. Non cambiarsi negli spogliatoi.
(E dove allora?)
Con lentezza esagerata mi cambio.
Più che spogliarmi, studio i movimenti degli altri.
Vai. Mi muovo.
Primo problema. Sul mio armadietto non c'è il numero.
Anzi, su tutti.
Cerco un punto di riferimento, uno striscio, un qualcosa.
Mi baserò sul nulla.
E' sempre meglio di niente.
Doccia. E si entra.
(Quale vasca?)
Analizzo le vasche.
La primo che vedo è la c1: andatura lenta.
Mia.
(Qui però vedo solo velocisti)
Ma davanti a me una vecchietta scende le scalette e mi conforta.
L'acqua sarà calda, immagino.
Sarà nel senso che lo sarà quando io uscirò.
Perché appena entro devo subito scattare.
In testa ho una mezzoretta di prestazioni tranquille.
D'altra parte è quasi un anno che sono fermo.
Parto.
Secondo problema. Gli occhialini.
Le luci perdono sfumatura. Il cloro invadente mi annebbia la vista.
Devo stare attento.
Anche perché davanti a me ogni tanto si mette quella vecchietta a farmi da tappo.
Non vorrei dover fare la prima constatazione amichevole in piscina.
2 vasche alla volta più un riposo di due minuti.
Il ritmo sarà questo.
Non strafaccio, ma faccio.
D'altra parte alla 12esima vasca sento mancare le prime forze.
E lo stile è libero di andare dove gli pare.
Arrivo alla 24esima proprio quando l'orologio mi ricorda che ho appena fatto un'ora.
Bene così.
Anche perché nell'ultima vasca le dita del piede destro s'intrecciavano fra loro.
Insoliti crampi del terzo tipo.
Esco dalla vasca.
L'apoteosi.
Mi sento Phelps.
Anzi, sono Phelps.
Ho la sensazione di essermi allargato come Hulk.
Le mi spalle pulsano potenza.
Probabilmente ho la circonferenza di una maggiorata.
Ma le cose cambiano in fretta.
Già al secondo passo sono diventato Rosolino.
L'involuzione della specie è prossima allo zero.
E tocca la vetta in doccia.
Esattamente quando alzo il braccio sinistro per distribuire il doccia schiuma.
(ma c'è un muscolo lì?)
Allarme muscoli.
L'adrenalina cala sotto l'effluvio di una doccia calda.
Davanti a me, due uomini con della carne in eccedenza si abbassano il costume per lavarsi nelle parti intime.
L'ascesa all'Olimpo è terminata.
Evidentemente devo aver sbagliato strada.
E sono arrivato agli Inferi.
Sotto le vesti di Poldo.
Torno a casa.
I passi rallentano.
Gli occhi sembrano spargere raggi di fuoco.
Il mio encefalogramma è così piatto che solo Biscardi può meritarsi la mia attenzione.
Prima del tracollo.
Check up del giorno dopo:
Tricipiti indolenziti.
Non so quale muscolo del braccio destro inquieto.
lunedì 22 marzo 2010
Alice nel paese delle delusioni.
Se non fosse per Stregatto.
E se non fosse per le scimmie d'arredamento nel palazzo della Regina Rossa (particolare tra l'altro che devi cercare con gli occhi perché oltre i primi piani protagonisti), Alice di Tim Burton sarebbe da evitare del tutto.
Ennesima delusione del 3d.
E di mastro Burton.
giovedì 18 marzo 2010
Il potere di.
Non chiedo l'invisibilità.
Non voglio trasformarmi in roccia.
Non mi sento di gomma.
Non divento tutto verde.
Non sogno una forza sovrumana.
Non ho il dono dell'ubiquità.
Non sarebbe bello arrivare sulla luna con un salto.
Non sarebbe cortese una vista a raggi x.
Non sputo fuoco.
Non sono attratto dalla lettura della mente.
Non chiedo di influenzare i pensieri della gente.
Non corro più veloce della luce.
Ma se proprio dovessi essere morso da qualche ragno radioattivo, gli chiederei di darmi un altro potere.
Il controllo del tempo.
Solo nella funzionalità di stand-by.
Per riposare mezz'ora in più al mattino, arrivando puntuale al lavoro.
Per non dover saltare pausa pranzo.
Per entrare in un negozio anche alle 19.29.
Per leggere tutti i libri che mi attendono sul comodino.
Per ricaricare il cellulare in un attimo.
Per amoreggiare una notte intera.
Per non far scadere l'insalata in frigo.
Per fare la lavatrice alle due di notte.
Per arrivare primo alla maratona di New York.
Per riprendere il mio tempo.
martedì 16 marzo 2010
Liftingba (come "rifarsi" vivi, dopo essere morti).
Il primo mi insegnò a restare fermo nelle mie decisioni.
Le seconde a correre sopra nessuna impronta già stampata a terra.
Poi chiusi il libro e chiesi al comodino cosa offriva il programma del giorno dopo. Uguale al giorno prima di fissare altri programmi, mi rispose.
giovedì 11 marzo 2010
L'uomo che si sentiva un codice colore.
Il grigio della cenere.
Il grigiore delle città industrializzate.
Ma anche la materia grigia.
Il grigio perla.
Il grigio come espressione di equilibrio perché nasce dal miscuglio di bianco e nero.
E come l'80% del mio guardaroba.
ps: considerazione nata dopo aver acquistato 3 capi grigi nel giro di mezz'ora.
venerdì 5 marzo 2010
Una cosa che non capisco.
"Nella vita c’è molto più di una Volvo.
Ecco perché ne guidi una."
Ti devi accontentare?
Poco pubblicitario.
La Volvo è tutto nella vita?
Non dice questo.
Ma che c***o vuol dire?
mercoledì 3 marzo 2010
Storia di una mano destra che volle essere famosa.
Dopo la visione, fuori dal cinema.
Con un bicchiere di vino bianco nel sangue.
Mi allontano dalle olive ascolane del banchetto.
Cerco, ma non trovo Ozpetek.
Lo conosco.
Ci conosciamo, abbiamo appena fatto un lavoro insieme.
Una sua occhiata sbucata dal nulla fra mille braccia e saluti mi conduce da lui.
Pochi passi e divento perplesso.
Accanto a sé ha l'ex divo delle ragazzine "mocciose",
ormai impegnato in una serie di film d'autore per ripulire la fedina penale.
Riccardo-tre-metri-sopra-il-cielo-Scamarcio.
La sua presenza un po' mi blocca.
Se proprio volessi salutare qualcuno del cast, mi butterei sulla Crescentini.
Assente, non giustificata. Almeno da me.
Ma io voglio salutare Ferzan.
Avanzo.
Eccomi.
"Complimenti."
"Grazie..."
(Ma che fa?)
Si gira verso quegli occhi di ghiaccio che hanno sciolto tante ragazzine.
"Lui è uno della pubblicità con il quale ho lavorato..."
(Ferzan, che fai)
Mi guarda.
Sento la sua faccia mono-espressiva da film western.
Mi sale un senso innaturale di orgoglio immotivato.
Decido di non fare la prima mossa.
In quel momento siamo due conoscenti di Ferzan.
Siamo alla pari.
Lui non è il divo, io non sono il suo fan.
Lui non è splendido, io non sono da buttare.
Anzi, per uno strano gioco prospettico mi sento 3 metri sopra il marciapiede di lui.
Lo guardo, dalle mie labbra non esce favella.
E' il suo turno, non il mio.
E' passato al massimo un secondo, ma nella mia testa siamo già ai titoli di coda.
Riccardo-Step- Scamarcio mi tende la mano.
(Aspetta ancora un po', resisti)
Accenno un movimento simile e speculare al suo.
(Ci sei quasi, resisti)
"Ciao... Riccardo."
(Hai vinto, ora tocca a te)
"Ciao... Mattia."
Ho rotto l'ordine delle cose.
Per soli due secondi, ma ho rovesciato la realtà.
E continuo a farlo (onestamente senza pensarci) non aggiungendo neanche un "bravo" a colui che è il protagonista del film.
Faccio di più.
Lo ignoro.
"Senti, Ferzan..."
lunedì 1 marzo 2010
Mistero svelato.
Partendo dal film d'autore per arrivare all'opera più natalizia.
E alla fine ho capito il motivo per cui i cinepanettoni
incassano almeno 20 milioni di euro ogni anno.
Un passo alla volta.
Come primo film ho visto il Dott. Parnassus che aveva tutto per stupirmi.
Forse, però, la prematura morte di Ledger ha scombussolato la sceneggiatura stessa (tra l'altro l'attore entra in scena da impiccato: malaugurata previsione o portasfiga?).
Il bandolo della matassa della storia ad un certo punto sembra perdersi.
E la lentezza della narrazione non viene salvata dalla fantasmagoria delle immagini.
Se non fosse per un grande Tom Waits che interpreta il diavolo...
In seconda serata, invece, mi sono dedicato ad un film di tutt'altro respiro.
Natale a Beverly Hills.
Se lo analizziamo bene, non succede assolutamente nulla.
La storia è ridotta ai minimi termini e gli espedienti comici fanno parte del grande canovaccio da dove De Laurentis attinge ogni anno per farci un film.
Il solito De Sica che va dietro alle donne.
Il solito contrasto Roma- Milano.
I soliti giochi di parole sul sesso (Marchese Della Fregna).
Però questa trama silenziosa riesce a strapparti 2 o 3 risate (non di più).
E ti solleva i pensieri per 98 minuti.
Se osserviamo come il Dott. Parnassus duri 118 minuti, notiamo come ci siano solo 20 minuti di differenza. Eppure le reazioni alle loro visioni sono disparate. Si prova la netta sensazione che il tempo sia relativo: nello stesso passaggio temporale un minuto può valerne 10.
Morfeo sponsorizza Parnassus, Mercurio presenta De Sica.
Certo, il genere e il tema del film sono parte attiva nella spiegazione finale.
Però la sensazione di vuoto temporale che ti lascia De Sica credo sia il motivo del suo successo.
Ti spegne il cervello e te lo trasporta ad un'ora e mezza dopo, interrompendo i pensieri, i dubbi, i timori. Non ha nessuna pretesa, se non accompagnarti.
Esattamente come quando accendiamo la tv,
anche se siamo in un'altra stanza della casa.
Non importa cosa ci sia, basta che ci sia una voce.
Poi se, casualmente, 7 cinema su 10 programmano Natale a Beverly Hills...
sabato 27 febbraio 2010
Ammutolito.
Nel senso di incuriosito: era realmente lei o era una nuova simil starlette (o star-letto?).
Purtroppo è lei.
Io che la ricordavo così bella nei film di Celentano, me la sono ritrovata statua di cera.
Ma cosa ha fatto? Anzi, cosa si è fatta? Semplice, rifatta.
Al punto da lasciar vedere il trucco e quindi anche l'inganno.
Come se io domani andassi in giro per Milano con una fluente coda di capelli.
Mi chiedo a cosa serve rifarsi, se tutti lo notano.
Nella perdita del proprio pudore si perde anche l'accettazione di sè.
Oltre al rispetto del pubblico per il quale hai scelto di andare sotto le grinfie di un chirurgo con le pupille marchiate dall'euro.
Il gioco vale la candela?
Non per le statua di cera.