martedì 27 luglio 2010

Dal porca miseria al porca troia.

Nella crescita, cresce anche il linguaggio.
E la sua stessa volgarità.
Ricordo ancora quando con fare da bullo dissi ad un bambino di 8-9 anni "ti vuoi limonare quella?".
Frase che fu subito redarguita da un capo scout di passaggio.
(senso di colpa del nulla che mi perseguitò fino alle porte delle medie)
Passato lo scoglio della prima reprimenda, ho vissuto diverse fasi di parolacce.
Quelle che più o meno toccano tutti.
Mai eccessivo.
Il vero strappo me l'ha dato Milano.
Deviante anche nel linguaggio (qui sarebbe da fare un altro post su quanto Milano abbia influito sul mio linguaggio, ma sopratutto sui miei silenzi).
Sono passato da intercalari stupidi e senza senso ad espressioni più logiche e grevi.
Prima usavo un vuoto "Marostica!"(mi piaceva il suono della parola, provate a dire Marostica con cattiveria... sembra un'imprecazione), o un inutile "S.Patata Apostolica" (mah, forse volevo bestemmiare, senza farlo realmente).
Adesso dico spessissimo"minchia".
Che milanese non è, ma si sente più a Milano che in Sicilia.

Strani circuiti di parole che si attaccano alle persone a seconda delle esperienze vissute e non per il loro reale significato.


ps: Milano ha estremizzato me stesso. Ha preso il brutto di me con l'obiettivo di renderlo ancora più impresentabile. Dal carattere al fisico. E ci sta riuscendo perfettamente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

il tuo fondo su Milano incontra il mio.
e si abbracciano.
forse tra i palazzi godono del tepore del sole.
ma sicuramente stanno in silenzio.