martedì 26 aprile 2011

L'uovo di Pasqua.

Dialoghi in palestra.

Lui: Eh, ho permutato la mia Jaguar.
L'altro: Ah!
Io: (Ah.)
Lui: Con una spider.
L'altro: Bello.
Io: (Ma dove vai con la spider...)
Lui: Così per un due anni faccio il giovane.
L'altro: Ma sì, un piccolo vizio. Giusto concederselo.
Io: (Giusto. Chi non si concede una spider di questi tempi?)
Lui: E poi con queste auto non sbagli mai... sono d'epoca e le tieni sempre.
L'altro: Direi. Ciao, vado.
Io: (Vado anch'io. Devo permutare il mio cinquantino con un Califfone d'epoca.)

giovedì 21 aprile 2011

Che tempistica.

Ho la passione di visitare la casa natale dei letterati italiani.
Mi piace immaginarli nella loro quotidianità.
Visto che la Pasqua mi vedrà a Firenze,
mi sono subito informato sulla casa di Dante.

Ovviamente è chiusa per ristrutturazione.

martedì 19 aprile 2011

Exit Poll. Ovvero, fuori i miei polli.

Fra meno di un mese ci saranno le elezioni comunali a Milano.
Per la prima volta in 17 anni di voto sono in difficoltà.
Partendo dal presupposto che non mi asterrò,
dove tracciare il segno fatidico?

Non per la Moratti (centro-destra).
Come spiegato nel post del 2 Aprile, mi ha deluso sull'argomento Ecopass.

Non per Pisapia (centro-sinistra).
Primo perché uno di 61 anni non può scrivere "il vento cambia davvero" sulle proprie affissioni.
Secondo perché non voto un sindaco appoggiato da Rifondazione comunisti italiani.

Non per Palmeri (terzo polo).
Mi piace la sua età: 37 anni. Non mi piace chi lo appoggia.
Una fazione recente, senza provata uniformità al suo interno. Per ora FLI sembra un partito hotel, dove fermarsi qualche notte prima di tornare nel PDL. Inoltre, immaginando un ballottaggio Moratti-Pisapia, non voglio dare un potere decisivo ad uno che avrà al massimo il 7-8% dei voti.

Non per la cozzaglia dei rimanenti 10 candidati.
Numero destinato a calare visto la ricusazione di alcune liste.

Cosa rimane?
Il voto di protesta.
Anche se non mi piace.
E' aleatorio. E' doping amministrativo.
Però è l'unico esercizio politico che mi rimane.

Voterò Mattia Calise del movimento di Grillo.
Un ventenne.
Una faccia talmente nuova, da essere ancora nelle fasce della politica.

Almeno abbiamo lo stesso nome.
Basta questo per farmi sentire più rappresentato.

giovedì 14 aprile 2011

Non me la levo dalla testa.



Non saprei dirvi il perché.
Ma non riesco a togliermi dalla testa queste parole:
"Mah... se ci sono du 'amere e du bagni."

Parole che mi escono inarrestabili quando vivo una situazione incerta.
Neanche fossero una citazione di Dante.

Questo post ha un'unica esigenza:
non farmi passare per pazzo la prossima volta che mi sentirete decantarla.

Pensiero poco stupendo (4).

Sara: E quell'account vi piace?
Francesco: Quale?
Sara: Quella seduta lì...
Io: A me piace.
Sara: Piace a molti uomini... dicono perché ha la faccia da porca.
Helga (rivolgendosi a me): Eh, ma tu sicuramente non hai visto quel lato.

Niente da fare.
Per l'ennesima volta i miei ferormoni trasmettono solo trottolini amorosi.
Non mi resta che prendere i voti.
Visto i tempi, magari mi daranno un'immagine più maliziosa.

mercoledì 13 aprile 2011

Non mi piacciono i tassisti.

Da Luglio arriveranno nuovi rincari per i taxi a Milano.
Per ottenerli, l'accordo con la Regione prevedeva il rispetto di 4 parametri:
conoscenza di una lingua straniera (ok per il 50,1% dei conducenti);
un parco auto ecologico (60,4% dei veicoli);
presenza del bancomat in auto (nel 44,7% dei casi).

Per una città dalle pretese internazionali, le percentuali sono buone.
Certo, non ottime.
Ma è il quarto parametro a far parlare:
garantire il servizio per 250 giorni all'anno.
Meno di un tassista su due l'ha rispettato.

E' come se il tuo capo ti chiedesse: "Domani mi servi in azienda."
E tu gli rispondessi: "Eh, no... domani è giornata shopping."
Per farlo reagire, tutto irato, con un: "Ah, sì? Allora ti do l'aumento."

martedì 12 aprile 2011

La casa a Milano.

Agente immobiliare: "Buongiorno signor Peghin, sono dell'agenzia immobiliare."
Io: "Ah, buongiorno."
Agente immobiliare: "Aveva chiesto informazioni sulle residenze in via D'Adda?"
Io: "Sì, esatto..."
Agente immobiliare: "In particolare, a quale casa era interessato?"
Io: "Mah... ho visto una vostra brochure e volevo avere qualche notizia in più."
Agente immobiliare: "Guardi, se vuole le posso parlare della soluzione più piccola."
Io: "Mi dica..."
Agente immobiliare: "Sono 220 mq disposti in più piani."
Io: "Uhm, il prezzo parte da...?"
Agente immobiliare: "Al piano terra ci sono salotto e cucina... al primo piano le camere da letto."
Io: "Sa già dirmi il prezzo?"
Agente immobiliare: "Più il terrazzino e la taverna."
Io: "Il prezzo?"
Agente immobiliare: "Il prezzo dice? Sono un milione di euro."
Io: "..."
Agente immobiliare: "Sì..."
Io: "..."
Agente immobiliare: "Più 90 mila euro alla firma."
Io: "Ah, ecco."
Agente immobiliare: "Forse cerca una soluzione più piccola."
Io: "Quanto costa l'ingresso?"


Ps: mio fratello ha speso circa la metà della metà per la stessa casa a Padova.

venerdì 8 aprile 2011

La freddura del venerdì.

Durante Radio Londra,
Giuliano Ferrara critica di continuo la guerra in Libia.

La Nato dovrebbe sostenere solo gli attacchi di fame.

martedì 5 aprile 2011

Avanti si torna.

Ho sempre affrontato i miei problemi,
cercando di fare un muro intorno a me.
Non per isolarmi, ma per non farmi toccare dalla loro entità.
Alla fine, il modo migliore era evitare il discorso.
Non pensarci.
Mandare giù il boccone.
Se non ci pensi, non esiste.
Passivamente, certo.
Con inevitabili cadute momentanee.
Mi sono chiuso nella mia camera iperbarica.
Un respiro, due.
Musica a palla nelle orecchie e il corto circuito saltava.
Era un cacciare fuori i sacchetti di rifiuti di vita.
Ma alla fine cosa resta in mano?
L'età conta i suoi passi.
La bomba, prima o poi, esplode.

Devo sforzarmi di forzare il mio carattere.
Castrarlo.
Violentarlo.
Aprire uno squarcio in lui.
Irradiarlo di energia.
E sorridere a tutto.
Intanto riparto con un obiettivo semplice semplice.
Da qui a Settembre deve cambiare tutto.
Nel lavoro.
Nell'amore.

Sono al punto di non ritorno.

sabato 2 aprile 2011

La coscienza civile.

Il 12 e il 13 Giugno voteremo i referendum
sull'acqua pubblica, sul nucleare e sul legittimo impedimento.
Noi milanesi (ops... residenti a milano, io mi sentirò sempre padovano),
ce ne meritiamo almeno altri 5, tutti di tematica ambientale.
Tra questi spicca l'allargamento di Ecopass.
Perché ci meritiamo tanto spreco di carta non riciclata da siglare con penne consunte?
Probabilmente perché i nostri governanti sono diventati esponenti del partito della non decisione.
Lo dico subito: ho un diesel euro 3.
Con l'allargamento di Ecopass dovrei pagare appena inserisco la chiave nel cruscotto.
Certo, mi salva il motorino e non ho un figlio da scorazzare a scuola o in piscina.
Ma sono e sarei comunque favorevole.
Votai la Moratti proprio per Ecopass.
Mi sembrava la prima seria iniziativa contro l'inquinamento milanese.
Ma si sapeva (l'esempio londinese era una prova) che avrebbe perso negli anni la sua efficacia, necessitando di un allargamento delle zone limitate o di un inasprimento dei biglietti.
Eppure, nulla.
Si è lasciata cadere la sua funzionalità piano piano.
Non decidendo.
Non agendo.
Cosa ci stanno a fare in giunta, mi verrebbe da chiedere.
D'altra parte, se voto è perché voglio essere governato.
Voglio che una persona più competente di me decida per il bene mio e della città.
Ascoltando tutti, senza ascoltare nessuno.
Nell'interesse generale, nel disinteresse di poche fazioni.
Il motto dovrebbe essere: è giusto così, deve essere fatto così.
(si potrebbe discutere per anni su cosa sia giusto, ma non è questo il punto).
Non puoi lasciare alla coscienza civile la decisione.
Perché?
E' dal 1995 che un referendum non raggiunge il quorum.
Sono fallite le ultime 6 chiamate alle armi del popolino con la matita in mano.
Vi pare che il 13 giugno i milanesi correranno in massa per votare a favore dell'allargamento di Ecopass che limiterà di molto i loro spostamenti in auto?
Il popolo, nella sua maggioranza, pensa solo a se stesso.
Non si domanda cosa sia giusto, bensì cosa gli convenga.
E' autoreferenziale. E' una casta che guarda ai suoi beni.
Altrimenti ci governeremmo da soli, no?
A questo serve il governo.
Ad agire su questioni che toccano le nostre sorti,
perché noi stessi non avremmo l'onestà intellettuale per decidere.
A questo serve un sindaco.
A fare pollice su e pollice verso.
Contro tutti se necessario, ma per il bene di tutti.

La Moratti ha perso il mio voto alle prossime comunali.
Lo ha perso, quando ha deciso di non decidere.

Qualcuno mi spieghi il perché.

Il mio guardaroba avrebbe bisogno di qualche indumento nuovo.
Diciamo un paio di jeans.
Qualche t-shirt meno fantasiosa.
Forse una camicia.
Almeno due paia di scarpe.
E rivedere un attimo il reparto polo.
Eppure, chissà perché, ogni volta che entro in un negozio,
esco sempre solo con un berrettino nuovo.

Sì, anche oggi che le temperature sono quasi estive.

venerdì 1 aprile 2011

La freddura (amara) del venerdì.

Con Gheddafi siamo alle battute finali.
Peccato che nessuna faccia ridere.

Il primo post virale al mondo.

E' mio.
Ne sono orgoglioso.
Questo è il primo post virale dell'umanità.
Perché scritto da un blogger influenzato.

Povero lettore inconsapevole, mi dispiace.
Entro 48 ore sarai sdraiato su un letto a riempire di viscosità i tuoi fazzoletti al mentolo.

Etciù!