domenica 29 marzo 2009

Frullatone.


BLU.
Sono tornato a giocare a squash. Se tralasciamo il fatto che mi sento come De Sica in Yuppies, sono davvero contento. E' in assoluto il mio sport, forse viene addirittura prima del calcetto. E' pura corsa, forza, scatto. Per le mie sensazioni è lo scarico che mi serve. Altro che palestra. Lì è una noiosa sofferenza. Un atto dovuto al fisico, ma nulla più. Squash invece mi ricorda i pomeriggi che passavo da piccolo a giocare a tennis contro il muro di casa (con le palline da tennis del babbo che inevitabilmente cadevano dal terrazzo).

NERO.
Ho letto che nelle regioni dell'Afghanistan soggette al controllo talebano c'è il divieto di vaccinare i figli contro la poliomielite. Il motivo? E' un complotto americano per diminuire la fertilità delle persone e quindi la crescita dei mussulmani. La scusa è che non si deve curare un corpo, se non manifesta sintomi particolari. Non esprimo commenti.

VERDE.
Un istituto tecnico nel bresciano ha istituito un'insolita ronda. Al termine delle lezioni, due persone per classe a turno s'aggirano per le aule con l'intento di controllare e spegnere le eventuali luci o computer rimasti accesi. Questo ha permesso di risparmiare il 17% in bolletta negli ultimi due anni. Circa 10.000 euro. Il fatto positivo è che l'idea è venuta agli stessi studenti. Mi sembra lo spirito giusto per "costruire" la scuola. Al contrario di tante assemblee poco costruttive.

ROSSO.
A volte la magistratura sembra divertirsi contro le istituzioni stesse. L'ultima novità viene dalla Cassazione. Se si passa con il rosso non basta la foto scattata dall'apparecchio di rilevamento della velocità per avere una multa: è necessaria la presenza del vigile, al quale si può presentare una contestazione immediata. Perché l'Italia non riesce mai ad essere severa con se stessa?

martedì 24 marzo 2009

Scritto bianco.


Ho iniziato oggi.
Così senza saperlo.
E forse senza essermelo detto.
Almeno non nelle intenzioni o nei propositi.
Sarà stato istintivo.
Sarà stato normale.
Ma ci provo. A forzarmi.
La mia vita non cambierà, ma voglio darle un tocco di bianco.
Ci vorranno più passate.
Qualche infiltrazione tornerà o resterà.
1,2,3... cheese.

Mi stringo ancora.

Chi sei tu?
Smettila di parlare ai miei secondi.
E' quella tua inconsapevole presenza che spegne le luci stasera.
Che mi aspetta e che passeggia la notte dieci metri più avanti a me per non ascoltarmi i pensieri.

Chi sei tu?
Sei un passatempo che si veste delle mie insoddisfazioni.
Spogliati dalle mie manie.

venerdì 20 marzo 2009

Parole non mie, ma molto mie.


"Ho un'infinità di cose da dirmi e non trovo le parole.
Quelle più giuste ho il coraggio di dirmele, le più sincere no.
Posso fare a meno di me, lo posso dimostrare.
Io senza me posso andare a mare e mi troverei divertente
insieme a tanta altra gente.

Come me anche se solo per un attimo
mi amerò all'infinito,
mi stringerò in un abbraccio ancora.
Se non va bene allora ci riproverò.

Sono me stesso quando non mi imito
e non mi vesto bene come vesti tu.
Se il mio cane non dimostra affetto
allora è come me.
Io posso avere un difetto, ma è da dimostrare.
Io senza me posso anche giocare a fare il nuovo presidente
di un popolo che non conta niente.

Anche se solo per un attimo mi amerò all'infinito,
mi stringerò in un abbraccio ancora.
Se non va bene allora tutti a casa.

Anche se solo io non ci sto, continuerò all'infinito
a vivere da solo ancora.
Se non va bene allora ci riproverò.

Anche se solo per un attimo mi amerò all'infinito,
mi stringerò in un abbraccio ancora.
Se non va bene allora
tutti a casa.

Anche se solo io non ci sto, continuerò all'infinito
a vivere da solo ancora.
Se non va bene allora ci riproverò.
"

mercoledì 18 marzo 2009

Primavera a Rio.


Come tradizione vuole, quest'anno avrei dovuto andare al cinema a guardare Natale a Rio con checco, teo e vaccame. Gli abbiamo preferito il pessimo film di aldo-giovanni-giacomo, il quale a parte il titolo e la regia del mio amico Cesena non ha nulla da salvare. Ma potevo perdermi la visione del cinepanettone?

Il dvd è arrivato in mio soccorso.
Ho riso solo in due scene (comunque di più rispetto al cosmo sul comò). Quella delle bambole voodoo, molto nazional popolare. E un'altra con Fabio de Luigi dove al 100% ho sorriso solo io (e forse potrebbe farlo anche il vaccame, anzi vaccame guardalo e dimmi dove ti fa ridere).
Gli sceneggiatori avranno impiegato 2 settimane per scriverlo. I meccanismi sono quelli. Le gag più o meno anche. Si affida il resto al nome e alla bravura di De Sica nel genere. Quest'anno non c'era neanche la bellona di turno che mostra le zinne.
Si esce dal cinema o si spegne la tv con la sensazione di non averci guadagnato nulla. Ma è proprio lì l'errore. Non dobbiamo chiedere nulla ai cinepanettoni, se non di essere semplici compagni per un'ora e mezza. E di rilassarci. Ultimamente accompagnano il mio sabato pomeriggio al tapis roulant.
Come potrei correre per 40 minuti, guardando un film d'essay?

martedì 17 marzo 2009

Piccola considerazione in ufficio, prima di uscire.


Lo so, non mi piace fare foto.
E quelle che ho non sono tutte digitali o almeno non sono state digitalizzate.
Probabilmente è giusto pensare che la nostra "chiusura" si manifesti anche nelle assenze di foto.
Ma stasera. A quest'ora. Cerco qualche foto con i miei migliori amici padovani e non trovo quasi nulla.
Forse è tutto qui.
In questi giorni ho avuto contatti con altre gruppi di amici, molto molto uniti.
Normale nella mia testa è nato il confronto con il mio gruppetto storico.
Io, Teo, Vacca, Checco, Bruno, Maurizio, Gorla, Ronco, Tondini, Ste, Mau, Attilio.
Abbiamo sempre vissuto a modo nostro l'amicizia. E forse mi accorgo di come dovessimo sforzarci di più. Siamo cresciuti insieme. Abbiamo fatto mille cose insieme. Ma è come se non avessimo mai voluto andare oltre un certo rapporto. Oltre gli scout, le partite di calcetto, il fantacalcio e la pizza in centro non siamo mai andati.
C'eravamo.
Lo sapevamo.
E forse ci bastava questo.
Se non fosse che la crescita, le esperienze diverse, la vita ci ha sparsi un pò ovunque. E ci siamo persi. Forse ci saremmo persi lo stesso. Forse no. Avremmo dovuto chiedercelo insieme. O non permettere alla distanza di allontanarci.
Alla fine, un'amicizia è come una storia d'amore. Ha le sue regole. Io non le ho mai seguite e ne soffro molto. Più cresco, più mi accorgo l'importanza degli amici. Una volta vivevo per l'amore. Vivevo per la mia donna. Ora mi accorgo che tutto è diverso. Che gli equilibri sono diversi. Che il respiro della coppia passa anche attraverso un mondo di condivisione e di amicizie. E questo penso sia proprio una delle cose che più mi manca di Padova.

Quando torno nella mia città, ho i miei punti fissi. E nessuno me li toglie.
Il mio cercarvi in quei momenti serve solo a ricordarvi che voi per me ci siete sempre.
Anche se vivo nella Milano da bere, da mordere, da digerire.

venerdì 13 marzo 2009

Ogni volta me lo chiedo.


Il Duomo di Milano non dista nulla da piazza S.Babila.
Perché la metropolitana impiega un sacco di tempo per fare il tragitto?
Ma che c'è?
Lo stargate?

Mah.

giovedì 12 marzo 2009

Rotazione di pensieri offerti dal tuo meccanico di fiducia.


Primo.
Lo dico da sette mesi. La bestia è davvero una bestia. Nel senso di pippa. Rossella ti prego, vendilo.

Secondo.
In seguito ad uno sciopero senza fine dei controllori del traffico aereo, nel 1981 Ronald Reagan li licenziò tutti. Li sostituì con i militari. Molti vennero reintegrati, ma uno per uno: firmarono un contratto individuale che imponeva di rinunciare a privilegi economici e al diritto di interrompere il lavoro a piacimento. Era un chiaro segnale alle corporazioni. Nessuno poteva più mettere a repentaglio l'interesse collettivo. Se solo i nostri politici agissero con la stessa forza.

Terzo.
Dal sondaggio qui a lato vedo che Sharon è in forte recupero. Anzi, punta alla vittoria. Continuate a votare signore e signori. Aiutatemi a capire chi sia the best of.

Quarto.
Sono fortemente stanco. La cosa che preferisco fare in questi giorni è fare pulizia nella mia scrivania per preparare il prossimo trasloco di ufficio. Quasi fosse il mio giardino zen da mettere in ordine. Perché poi la soluzione è sempre quella: spegnere il cervello. Non è facile però. 8 anni fa, per non pensare a Carla che mi aveva lasciato, trovavo fantastico guardare il primo GF. Guardare il nulla mi trasmetteva il nulla. E stavo bene. Il programma per l'esattezza era questo: 1) chiamare verso le 17-17.15 Checco, in arte Coscienza. Parlava lui per una mezzora. 2) accendere la tv alle 18 e guardare la fascia serale del Grande Fratello. Il risultato era garantito. Che poi è lo stesso motivo per cui adoro i cine-panettoni.

Quinto.
Devo ringraziare Carla per avermi lasciato. Grazie alla nostra crisi ho "trovato" Coscienza. (Non per niente tale soprannome è nato proprio in quel periodo). Certo il Vaccame c'era già. Ma Coscienza mancava.

Sesto.
Devo comprare un paio di jeans stretti. Come si dice, a sigaretta? E' una novità per me, abituato come sono al cavallo basso. E per l'estate scatta l'operazione maglietta. Sono almeno 2-3 anni che giro sempre con le stesse.

Settimo.
Su una rivista economica ho letto un bel gioco di parole: nessuno chiuda Barack e burattini.

Otto.
Devo tornare a giocare a squash. La palestra mi ha rotto. Teo, se ci sei, batti un colpo.

Nove.
Comunque sempre forza Roma.

Dieci.
Domenica perdiamo 3-0 con la Samp.

domenica 8 marzo 2009

Sun.09.


Sono un masso che prende acqua.
Sono un muro pieno di scritte.
Sono un guard-rail contro cui sbattere.
Sono un cumulo di parole ferme al casello.
Sono la lesione interna del silenzio.
Sono il fegato del giorno dopo.
Sono un ricettacolo di tossine umorali.
Fino a quando non sarà più così.
L'anno dell'implosione non c'è.
I Maya non l'hanno previsto.
Perché è scritto sugli altari della vita,
su strane trame dal sapore salato del fallimento.
Eppure, sai che c'è?
Oggi ho voglia di sorridere. E ridere.
Posso imparare a lottare anch'io.
Fra quel che sono e che non sono.

Nelle mie mani terrò tanti sbagli.
Risposta pigra di vecchi sbadigli.

giovedì 5 marzo 2009

Un'insensata voglia di saltare.


Forse perché ho una semplice voglia di sfogo.
Fisico, che non passa attraverso una sbarra da palestra o una partita di calcetto.
Mentale, che non sempre passa attraverso un buon libro o un buon film.
Voglio sudare di nulla.
Seguendo un suono ripetitivo e vuoto.

martedì 3 marzo 2009

A me mi piace andare a squola.


Credo che la scuola meriti più rispetto. Da parte di tutti.
Dal Governo, dagli insegnanti, dagli studenti.
Nessuno ha ragione. Nessuno ha torto.
Diciamo però che la sensazione di un maggior rigore da parte delle istituzioni sia solo positiva. La scuola per me rimane un luogo dove apprendere. Punto. Qualsiasi altra considerazione in merito non deve rientrare nei meriti del sistema scolastico.
Si potrà discutere all'infinito sul maestro unico, sui tagli, sui corsi universitari inutili. Ma si dovrebbe partire solo da un obiettivo comune: la severità.
Qualche mese fa ho sentito una breve intervista a non ricordo più quale attore che diceva:" ogni euro tagliato alla scuola è un errore gravissimo." Al quale potrei rispondere: "ogni euro sprecato dalla scuola è un errore gravissimo."
Serve l'impegno di tutti.
La voglia degli insegnanti di mettersi in gioco ancora una volta.
Una ricerca di maggiori risorse e il controllo delle stesse da parte delle istituzioni.
Un intervento intelligente e costruttivo da parte dei sindacati.
Maggiore coscienza scolastica degli studenti.
Tutti guidati da un senso educativo. Il ragazzo che verrà ha bisogno anche di essere bocciato se può essergli utile. Tollerare o rimandare non sempre funziona.

Tutto questo discorso sbatte contro il gesto della scuola elementare Longhena di Bologna: gli insegnanti hanno dato 10 in pagella a tutti gli studenti per protestare contro la legge Gelmini. La politica non dovrebbe entrare nelle classi. Come l'ipocrisia di quella maestra che così si difende: "La politica non centra nulla. Ci siamo limitati a fare gli insegnanti."
E alla domanda di come si spiegasse una pioggia di 5 in condotta alle superiori, sempre lei ha affermato con senno: "E' un pessimo risultato per tutta la scuola italiana. Significa che la strada intrapresa non va nella giusta direzione." Ovvero, la colpa non è degli studenti che si meritano tal voto, ma di una riforma sbagliata.

Ecco, sono tutti questi atteggiamenti da resettare.

lunedì 2 marzo 2009

Il fantastico mondo del cinema.


Week-end di cinema. Con scoperte, attese e grandi delusioni.
Partiamo dal cinema vero, non fosse per altro perché seduto al suo interno. Sabato sera ho visto "Il curioso caso di Benjamin Button". Curioso. Realizzato da Dio. Fantastico Brad Pitt vecchietto che si muove per strada con le stampelle. Storia toccante, qualche lacrimuccia mi è scesa (come troppo spesso mi succede ultimamente per ogni piccola cosa). Però alla fine ho provato la sensazione che qualcosa mancasse. Forse l'assurdità della storia non mi ha toccato fino in fondo. Forse l'impressione di vedere un modo di narrare già intravisto in film come Big Fish o anche Forrest Gump.

Ma il week-end è lungo, se non hai nulla da fare.
Volendo impiegare al massimo il mio tempo, mi sono concesso anche 3 film in dvd.
"Il falsario". Peccato. Raccontare la storia di come i nazisti utilizzassero gli ebrei per falsificare le sterline e i dollari poteva aprire a riflessioni più intense in merito. Ma tutto scorre come una semplice narrazione. Senza valore.
"Elephant" di Gus Van Sant. Penoso. In tutti i sensi. Dura 75 minuti, di cui almeno 15 sono fatti di una camera a mano che segue gli studenti mentre camminano nel corridoio. Pochissimi dialoghi. Per lo più inutili. Nessun commento "morale". Nessuno sviluppo. Nessuna tensione. Solo un esercizio stilistico. E stiamo parlando di un film che descrive la strage compiuta da due studenti al liceo di Columbine negli Usa. E' sicuramente una scelta registica. Ma se decidi di raccontare così il vuoto esistenziale, l'unica cosa che ottieni è di essere appunto vuoto.
"Non è un paese per vecchi." Senza parole. Bellissimo. Con un Javier Bardem meraviglioso. Come potrebbe non piacere il cattivone che uccide senza limite e a volte senza senso? Tempi giusti, attori giusti, scenari giusti. Veramente un film degno dei fratelli Coen.