venerdì 16 aprile 2010

Le vie dell'Inps sono infinite.

Tutto nasce da un pensiero di mio padre.
"Perché non riscattiamo la tua laurea?"
L'idea non mi esaltava.
Ma avviare la pratica non vuol dire portarla al termine.
Facciamo la richiesta.
L'Inps non è che dovesse fare chissà che.
I passi sono:
1) accettare o meno la richiesta
2) avvisare sui contributi da versare.
3) invio del R.I.D. bancario.

Non mi sembra un'impresa impossibile.
Almeno, sembrava.
Subito si verifica la prima falla.
La prima loro comunicazione, datata febbraio 2009, mi arriva a Maggio.
(vabbè, le poste)
Mi avvisano che non posso riscattarla. Almeno, per quanto riguarda due periodi di 10 settimane.
Non capisco bene la risposta, ma mollo tutto.
Passa quasi un anno e mi arriva una seconda comunicazione con il R.I.D. da inviare alla mia banca. Come se tutto fosse andato avanti senza problemi.
Ma qui sono passati al punto 3, saltando il 2.
Ovvero nessuno mi ha detto su quanti contributi dovrei versare, perché, quando, come.
E' arrivato il momento di chiamare il numero verde.
Resto un pò in attesa, ma alla fine prendo la linea.
Mi rispondono che non è di loro competenza.
(vabbé)
Mi danno un numero specifico sui contributi.
Chiamo.
Nessuno risponde.
(vabbé)
Aspetto il giorno dopo.
Mi risponde un signore che mi dà un interno specifico per il problema.
Chiamo.
Nessuno risponde.
(vabbé)
Aspetto il giorno dopo.
Mi risponde una signora innervosita che mi gira due numeri diversi da chiamare perché la responsabile che ha firmato la mia lettera non c'è più.
Digito il primo.
Nessuna risposta.
Chiamo il secondo: mi risponde una signora.
Lei mi ascolta, ma non può rispondermi perché è la responsabile.
Mi gira un altro numero da chiamare.
(eh, vabbé)
Chiamo.
Risponde una signora.
L'avverto subito che il suo interno me l'ha dato la responsabile.
Lo scaricabarile deve per forza fermarsi.
Mi tiene in attesa circa 5 minuti.
"La sua pratica deve aver avuto un problema. Mi scriva una nota ufficiale via email per avviare la ricerca."
Scrivo.
Oggi è il 16 aprile.
Secondo voi, quando riceverò una risposta sensata?

giovedì 15 aprile 2010

Morto un giornalista, non se ne fa un altro.


Come fai a non pensarci.
Io ci sono cresciuto.
Con il suo pendolino che ascoltavi per scaramanzia.
(una mano sul telecomando e una sulle parti intime)
Con le sue frasi colorite.
Con i suoi appelli del martedì.
Con le sue bombe di mercato.
Una delle quali passò alla storia per l'eccessiva sparata.
Successe tutto circa dieci anni fa.
Prima dell'avvento dell'euro.
Nello studio di Guida al campionato.
Quando Luis Nazario Ronaldo spopolava nell'Inter.
Fu allora che Maurizio Mosca affermò con tono giornalistico che dal Real era giunta
un'offerta di 500 miliardi di vecchie lire.

Troppo esagerato.
Troppo assurdo.
Troppo forte.

venerdì 9 aprile 2010

Sono un tamarro.


Ci sono canzoni e canzoni.
Quelle portate più a smuoverti i pensieri, quelle che ti rimandano al passato perché collegate a chissà quale storia, quelle invece che ti mettono il sorriso dalla prima nota.
"Storie di un bellimbusto" di Elio, "Shine on" dei The Kooks sono le mie più gettonate in questo momento di richiesta di donazione di emozioni e sorrisi.
Questo appare nella vetrina.
Questo è scritto sul volantino.
Questo è detto nell'annuncio senza leggere le postille.
Ma la verità è che le 7 note che mi mettono in sesto adesso sono proprie queste qua sopra.
Credo di avere l'animo da tamarro-ballerino improvvisato-discotecaro, con sul petto una canottiera bianca senza maniche che trattiene a stento i chili in eccesso.

giovedì 8 aprile 2010

D'Annunzio Vobis.

"Maestri facili nell'esercitare il nuoto debbono essere tutti gli italiani della penisola disegnata in tante rive ed emersa in tanti mari."

Io non posso che obbedire.

ps: la passione che ho per il Vate nasce da nonna Flora. Penso sia indimenticabile avere una persona davanti che, prossima alla morte su un letto di ospedale, si disinteressa di tutto, tranne dei tuoi racconti sul Vittoriale.

mercoledì 7 aprile 2010

The most beautiful girl in the world.


Non ho mai nascosto la mia venerazione per Sharon Stone.
Che, contro le starlette di turno, vince comunque, ovunque e quantunque.
E il culmine di bellezza lo raggiunge in "Atto di forza", non in "Basic Istinct" come si potrebbe pensare. Un mix di tenerezza e sensualità che fonde i sensi. Nel senso proprio di fusione a freddo, a caldo o a temperatura ambiente.

Gli uomini preferiscono le bionde?
Io sicuramente sì.

domenica 4 aprile 2010

Lo zio è un-politically correct.

Deve essere così.
Lo zio è il parente "maledetto" che non vedi mai.
Salta i tuoi appuntamenti.
Abita lontano, chissà dove.
E pochi km diventano un continente.
Della sua vita conosci poco, avvolto com'è nel mistero.
E' un'anima che respiri per poche ore e poi "puff", scompare in un arrivederci.
Perché lo zio è il giocattolo che scordi di avere nell'armadio.
Con lui stringi accordi segreti.
Di lui ti puoi fidare.
Primo perché rispetta poco le raccomandazioni dei genitori.
Secondo perché a lui non si obbedisce. Si comanda.
Quando arriva, è già l'ora di salutarlo.
Arriva come Babbo Natale.
Non lo associ ai compiti, lo associ ai regali.
In più nel codice dello zio, articolo n.164, comma 2 c'è scritto:
"Lo zio è il parente stretto che si può prendere in giro, anzi si deve."
E' la fotografia dei tuoi, con l'aggiunta di ironia e leggerezza.
Non è l'autorità.
E' il rompete le righe.
Non è la matita.
E' la gomma che cancella.

giovedì 1 aprile 2010

Pensieri a caso.

- Di solito, è pratica comune nella nostra classe politica non ammettere le sconfitte. C'è sempre un lato positivo da sottolineare. Lunedì sera da Vespa, dopo quasi due ore di vittorie trionfali da parte di tutte le fazioni politiche, Di Pietro se ne esce con un "... è inutile fare il conteggio delle regioni, quando perdi Piemonte e Lazio si può parlare solo di sconfitta... l'Umbria non vale il Lazio..." Sbigottimento generale. La Bindi non commenta. Onestà intellettuale. Due parole che accostate lasciano senza altrettante parole.

- Non me l'aspettavo. Crampi ai piedi, ai polpacci e sete... tanta sete. Ma non al termine di una partita di calcetto. E non dopo un'ora di jogging. Bensì di nuoto.

- Sabato sera al termine di Roma-Inter, ci sintonizziamo sulle radio romane. A parte la radiocronaca in loop dei gol romanisti, a parte le telefonate in studio contro l'arbitro e sulle emozioni provate in 90 minuti, la chicca più enfatica è il commento finale di uno spettatore sul palo finale di Milito: "... era il palo di Dio..."
Che ci volete fare, noi romanisti siamo così.

- Ho voglia di scappare lontano per una settimana, spaparanzarmi al sole e pensare esclusivamente a quello che dovrò fare il secondo dopo. Ma quest'anno i ponti non aiutano. Tralasciando il conto in banca che non aiuta mai su argomenti di questo tipo. Vorrà dire che mi ammazzerò di sonno e libri.