sabato 20 dicembre 2008

Discorso sull'essere, sul divenire, sulla volontà.


Questo bimbo ha compiuto 3 anni pochi giorni fa.
Ma sulla torta non ha visto scritto il proprio nome o l'augurio di un buon compleanno.
Perché il suo nome pesa troppo. E' un incrocio pericoloso di lettere.
Lui è Adolf Hitler Campbell.

Non voglio discutere sul comportamento dei genitori. Ma entro nell'animo di questo bambino. Come crescerà? Che visuale avrà del mondo, dopo un addestramento coercitivo di nozioni naziste?

Dovrà sicuramente lottare con se stesso e con la cultura circostante.
Prima di fare suo il pensiero.
Ne uscirà inevitabilmente sconfitto. O contro la storia o contro i suoi.

Alle volte è meglio avere il più banale dei nomi. Un Mario Rossi può andare.Forse dietro tutta questa banalità, ci sarà una semplicità di comportamenti e di ideali per vivere al meglio.

martedì 16 dicembre 2008

Parole che si mischiano.


Questa donna è una poetessa libanese, Joumana Haddad.
La sua forza, oltre a parlare 6 lingue (come fa? io ne parlo 2 per modo di dire), è quella di aver lanciato una rivista "provocatoria" in un mondo che di provocatorio accetta ben poco. Jasad è il nome (tradotto significa corpo) e affronterà tematiche sessuali, nel primo numero sesso orale e omosessualità.
Non mi interessa la reazione che provocherà. Se ci sarà. Il Libano non è l'Iran o l'Afghanistan che fu. Mi interessa più il suono delle parola Jasad. Non conosco la lingua e la sua fluidità. Forse per un errore di lettura, per deformazione professionale, per una visione limitata culturalmente, ma ho subito pensato ad un'altra parola: Jihad.

Sicuramente ho scritto un'eresia. Scusate.

lunedì 15 dicembre 2008

Bi, bubu.


Secondo il mio canone di bellezza, Miss Mondo 2008 è veramente il top. Bionda, occhi chiari, capelli fluenti. Troppo alta, ma perché io sono mediamente basso. Anche se, per patriottismo, per regionalismo o perché l'ho incrociata per strada casualmente, preferisco ancora Miss Italia 2007. Silvia Battisti, già Miss Veneto. Quelle rare bellezze che mi toccano. Magari.

venerdì 12 dicembre 2008

A proposito dello sciopero di oggi.


Non ho mai fatto uno sciopero.
Neanche uno "contro la crisi", come quello di oggi della Cgil.
Non dico che non ne farò mai uno. Ma sicuramente dovrò avere validi motivi per farlo.
Non sono un crumiro.
Però, c'è sciopero e sciopero.

Oggi, incamminandomi verso l'agenzia, ho ascoltato alcune frasi che si spandevano nell'aria da qualche megafono: "Non ci fermerà nessun manganello. Loro hanno 5 televisioni e 4 giornali..."

Altro non vi so dire. Il mio ascolto si è fermato qui.
E più che sufficiente, per non scioperare.

Work in progress.


Dopo "soltanto" due anni e 3 mesi inizieranno i lavori a casa mia per sistemare quel maledetto soffitto marcio che mi toglie metà casa. Che dire... non è una liberazione, non è una gioia, non è una noia.
E'.

Scusatemi, ma sono abituato a lasciar scivolare tutto come acqua.

martedì 9 dicembre 2008

Sicuro? Sci.


Forse perché mi hanno messo sulle piste da sci a 4 anni.
Forse perché ho quasi sempre frequentato solo sciatori.
Forse perché dopo i 30 anni cerchi una modalità meno distruttiva.
Forse perché mi sento più sicuro.
Ma dopo una parentesi dedicata allo snowboard di qualche anno, sono ritornato allo sci.
E non c'è storia.


Ps: La stradina strettissima e divertentissima fra i boschi non riesco a farla con la tavola, mi schianto al primo albero. Con lo sci invece, al secondo.

lunedì 1 dicembre 2008

E al quarto episodio, Spielberg si riposò.


Sabato sera ho visto l'ultimo Indiana Jones.
Dopo una partenza accattivante che sembrava riproporre l'atmosfera divertente, leggera e ritmata dei primi episodi, tutto si è perso nel nulla.
Come se la sceneggiatura si fosse fermata ai primi 10 minuti.
Passaggi casuali senza un perché, personaggi senza un perché (chi c***o sono i ballerini maledetti del cimitero che lanciano frecce avvelenate?), inseguimenti eccessivamente lunghi senza un perché (forse messi per accontentare il pubblico americano?).
Poche battute, poche situazioni divertenti e pochi di quei giochi verbali che rendevano piacevoli i precedenti episodi: i dialoghi fra Harrison Ford e Sean Connery; Hitler che firma il diario a un Indy intimidito;: Indy che spara al nemico che destreggia con energia una scimitarra, etc.etc.etc.etc.

La sottile considerazione che tutto scorra come una pagina dietro l'altra, senza il collante giusto, verso una conclusione fastidiosa quanto inutile: la presenza degli alieni nel corso della storia Maya.

Peccato per i dialoghi troppo poco interessanti.
Peccato per l'assenza di personaggi ironici.
Peccato per il ruolo del figlio un pò lacunoso.
Però gli extraterrestri no. Quelli no.

mercoledì 26 novembre 2008

Cosa brama Abramovich.


Cosa può regalare uno dei miliardari più miliardari del mondo alla sua fidanzata se non 100 acri della luna?
Suggestivo.
Forse Abramovich l'ha presa un pò... alla lontana.
Ma la domanda è:
Come fai a comprare un pezzo di luna?
A chi appartiene?
A quale agenzia immobiliare mi rivolgo?
Agenzia Moonlight?
Oppure chiamo il presidente degli Stati Uniti e mi faccio progettare un trilocale dalla Nasa?

Mah.
Vorrà dire che per Natale regalo un angolo suggestivo di Marte al mio cucciolo.

Un eroe non muore mai.


Purtroppo giungono notizie ferali dalle nuvolette parlanti americane.
Le stelle e strisce si tingono di sangue.
Il dio dei morti Anubi s'impossesserà dell'animo combattuto (nel senso di combattente con gli altri e con se stesso)del mio supereroe.
E sembra che ad ucciderlo sarà proprio colui che mi ha sempre infastidito.
Nessuno dei suoi nemici più agguerriti, ma l'altra faccia di Batman: Robin.

L'ho sempre detestato. La sua presenza toglie importanza a Bruce.
E adesso arriva perfino ad ucciderlo?

Bruce devi sceglierti meglio i tuoi collaboratori. Anzi, licenzialo.
In periodi di crisi nessuno protesterà.

venerdì 21 novembre 2008

Questo piccolo grande modo di non fare le cose.


Diciamo la verità, Claudio ha rotto.

Fra tutti i grandi cantautori italiani degli anni '70,
probabilmente è il più prolifico.
Tour, cd, opere teatrali, cinema.
Chissà perché mi sembra solo un modo furbo di restare sulle scene, guadagnando soldi, senza pretendere nulla dalla creatività.
Perché?

Ecco i suoi ultimi cd.
2005: "Crescendo e cercando". Live.
2005: "Tutto qui." Prima parte del greateast hits.
2006: "Gli altri tutti qui." Seconda parte del great.
2006: "Quelli degli altri tutti qui." Un album di cover.
2007: "Buon viaggio della vita". Un live che non è live, ma la registrazione della prova generale prima del Tour.
2009: "QPGA". Dovrebbe essere ristampato il cd "Questo piccolo grande amore" con l'aggiunta delle due canzoni che all'epoca furono bocciate dal suo produttore.

6 album in 4 anni.
Nulla di nuovo.
Sì, ci sarà qualche inedito, qualche arrangiamento nuovo, qualche live particolare.
Se però andiamo al succo, vedo solo molto fumo.

giovedì 20 novembre 2008

Do ut Dante.


Ieri sera ho letto una assurdità che avendo matrice reale mi ha affascinato. E deluso nello stesso momento.
Il Consiglio comunale fiorentino ha revocato la condanna a morte a Dante.
Sì, perché lui era latitante da 706 anni.
Dai tempi delle contese fra guelfi neri e bianchi che videro la vittoria dei primi.
Il bianco Dante fu condannato alla confisca dei beni e al rogo se fosse rimasto nel territorio comunale.

Dopo l'affascinamento iniziale, ho provato una leggera delusione.
Forse era meglio lasciare tutto così.
La storia non va cambiata, anche nelle piccolezze.
Era bello pensare che una persona scomparsa da 7 secoli non potesse comunque rientrare nella sua città natale. Non per motivi di natura fisica, ma puramente legislativi.

E se Dante viaggiasse dal passato al futuro con la macchina del tempo?

martedì 18 novembre 2008

Oggi.


invèrso: invèrso

agg.

che è rivolto, disposto in una direzione, in un senso contrario rispetto ad un determinato termine di paragone
fig. che costituisce il contrario

invertito, capovolto
arrovesciato
in una proposizione, di costruzione che inverte la posizione normale delle sue parti (spec. quando il soggetto è messo dopo il predicato)

contrariato, innervosito

in matematica: proporzionalità inversa tra due termini, il rapporto per cui crescendo la grandezza d'uno dei due termini, diminuisce proporzionalmente quella dell'altro

avv. inversamente, in modo opposto; nella direzione contraria; con proporzione inversa

s. m.

solo sing., la cosa opposta rispetto ad un'altra, il suo contrario

il rovescio, la parte di dietro, di sotto, di una cosa con due facce

nella loc. avv. all'inverso, alla rovescia

in matematica: inverso di un numero, un altro numero che, moltiplicato per il primo, dà come prodotto l'unità.

venerdì 14 novembre 2008

Amici miei.


Se non sei mio amico su Facebook, non sei veramente mio amico.
Come la carta d'identità che attesta la tua data di nascita.
La patente che permette di guidare.
Lo scontrino che accerta la tua spesa.
E' così.
Come se la presenza della tua foto sulla raccolta delle figurine (non puoi scambiare le amicizie, ma quasi...) fosse la prova contro ogni ragionevole dubbio.
Un patto di sangue dove il rito sta nella richiesta e nell'accettazione del singolo a condividere il sacro altare dei "fatti tuoi" (più o meno finti)

Chi non crede a questo, mente a se stesso.
Io infatti sono amico di Jova e Gwen Stefani.

Manca solo il Papa.
(ma domani chiedo la sua amicizia)

giovedì 13 novembre 2008

Cado fra le tue braccia.


Oggi è nero.
Ma quel nero che si nasconde in ogni colore.
Che gli vive dentro.
Per combatterlo devi solo aspettare.
Lo puoi solo digerire.

Allora guardo questa foto.
E tutto passa.

mercoledì 12 novembre 2008

Sì, mi sono convinto.


Cercavo di capirlo da un pò.
A volte sì, a volte no.
Me lo chiedevo, ma non sapevo rispondere.
Fino all'illuminazione recente:
Federica Pellegrini è bella.

Almeno secondo me.
(peccato per l'accento veneziano che da padovano conosco abbastanza)

martedì 4 novembre 2008

Le parole hanno un senso. A volte, due.


Domenica ho sfogliato il Corriere.
E mi sono imbattuto in un'intervista rilasciata da Epifani, la guida della CGIL.
Così risponde alle critiche di Bonanni di voler scalare il PD:
"... le scelte del sindacato sono certamente politiche, ma non siamo né vogliamo diventare un partito."

Poi, una riga più sotto, accusa lo stesso Bonanni:
"La stanno buttando in politica invece di mettersi a ragionare seriamente sulla crisi."

Un simpatico corto circuito verbale che fa nascere dubbi consistenti.
Quando scioperate, pensate bene per chi lo fate.
Per i vostri interessi, in teoria.
Sicuri?

mercoledì 29 ottobre 2008

Rivendico.


Oggi, fra le canzoni del momento c'è sicuramente Pop Porno de Il Genio.
Tutti a cantarla, tutti a promuoverla. In effetti, è una gran bella canzoncina.
Proprio per questo ne rivendico la scoperta.
Perché già una sera primaverile ne rimasi colpito al primo ascolto passeggero su All Music. Scusate la pretesa, ma per uno che ama il trash musicale è importante.
Già ho scoperto i Tokio Hotel anni prima del loro approdo italiano.

Caterina Caselli, se ti serve una mano...

Che scuola fai?


Proteste, comitati, blocchi.
Per cosa?
Il ritorno del maestro unico.
Non sono un tecnico, non sono un insegnante.
Però so che tagliare 87.000 insegnanti vuol dire una cosa.
E non sostituire 87.000 insegnanti che andranno in pensione nei prossimi 3 anni ne significa un'altra. Ancora una volta la dialettica gioca le sue carte in modo subdolo.

Sul tema si sta accendendo solo un grande fuoco fatuo.
Non vorrei scoprire che dietro le paventate paure di un tempo pieno lacunoso si nascondino interessi privati o semplici pretesti per criticare il Governo.
Tutti questi studenti in piazza.
Realmente convinti o mossi solo da spirito antagonista, a prescindere?

venerdì 24 ottobre 2008

Se questo è un uomo.


Secondo non so quale Università americana o inglese che ha utilizzato non ricordo più quale particolare programma di non so quale computer, questo volto sarebbe l'esatta raffigurazione del Michael Jackson di adesso, se non fosse caduto nella scolorina qualche anno fa. Beh, un uomo di tutto rispetto, anche più affascinante di quando era uno dei Jackson Five. Poi da buon calvo mi è nato un semplice pensiero.
Donne rifatte, parrucche incollate, tinture di capelli, etc.
Ma dove è il confine delle nostre debolezze? Fino a dove si spinge l'ego visivo?
Molto lontana, anche compiendo poca strada.
La maschera di sé non fa altro che evidenziare i nostri difetti. Accettarsi è la vera risposta. Magari lottando con se stessi. Magari non smettendo mai di farlo. Altrimenti è troppo facile migliorarsi. La sfida che ci renderà più forti è migliorarsi, senza cambiare.

venerdì 17 ottobre 2008

L'immagine è tutto?


Quest'uomo è Kim Jong-il.
Il "Caro leader". Il dittatore della Corea del Nord.
Sembra un gelataio di Love Boat.
Per non parlare dei suoi scagnozzi.

Primo: licenziare il sarto.
Poteva disegnare cappelli più piccoli.
Secondo: rifarsi il guardaroba.
Anche la dittatura ha una dignità visiva.

mercoledì 15 ottobre 2008

Mi prendo un giorno di ferie per andare in ufficio.


E' una legge misteriosa.
Regolata da non si sa chi.
Che prima o poi ti condanna.
Prenditi un giorno di ferie, da qui ad un anno. In una data a caso.
Come per magia, verrà indetta una presentazione irrinunciabile.
Quello stesso giorno o il giorno dopo.
Le conseguenze sono ovvie.
Per aggirare la Legge bisogna trovare il suo punto debole.
Quale?
Lei gioca con i nostri piani ferie.
Per fregarla, basta non farli e vivere alla giornata.
Alzarsi la mattina e dire "oggi non vado a lavorare."
Un atto imprevisto che romperebbe gli schemi.
Semplice.
Infatti in 6 anni di lavoro non sono mai riuscito a farlo.

martedì 7 ottobre 2008

Dressed to amaze.


Ieri sera ho visto per l'ennesima volta uno dei miei film preferiti in assoluto: Vestito per uccidere di De Palma. Questo film ha tutti gli elementi che più mi esaltano, sia a livello di contenuti che a livello di regia.
La bellezza in genere dei suoi film sta nella spiegazione visiva della scena. De Palma nasce come fisico e come tale affronta il cinema. Ovvero in modo scientifico. Non c'è stacco, non c'è montaggio serrato, non c'è visione incompleta, non c'è negazione dell'immagine. Lo svolgimento della scena ha tutto il tempo necessario per svilupparsi ed essere capita. Ogni persona ha un ruolo definito, un percorso chiaro da seguire, ogni cosa ha una sua posizione. Le pedine si muovono secondo la regola del causa/effetto. Se noi abbiamo gli elementi ben chiari, sapremo quello che succederà. Pensate alla scena della stazione degli Intoccabili. La camera segue tutto. Ci fa vedere tutto. Nulla viene perso. De Palma non mi inganna mai. Mi fa vedere le cose come stanno. Sta a me stare attento.
In Vestito per uccidere questa sua pratica viene seguita con grandi risultati. Ci sono almeno 3 momenti in cui il serial killer è presente sulla scena, senza che venga chiaramente notato da noi. Ma c'è. E non è vestito in borghese. Un esempio? Quando Angie Dickinson si avvicina al taxi del suo amante, la camera passa davanti ad un gruppo di persone dove primeggia il serial killer. Eppure non lo notiamo. Sembra essere un semplice passaggio di macchina, ma in realtà il regista ci fa vedere già il colpevole. De Palma è così.

Fino a ieri sera credevo d'aver colto ogni particolare di questo film. Mi sbagliavo. Il regista era riuscito a fregarmi. Perché?
C'è una scena all'inizio del film. Quando tutto deve ancora succedere.
Siamo nello studio del dottore.
La macchina da presa è ferma e inquadra due ambienti nello stesso momento: il dottore nello studio che parla al telefono da una parte e l'entrata dello studio dall'altra. Fra i due ambienti c'è un muro che divide la scena simmetricamente.
Lo spettatore non può avere una grande attenzione perché si ritrova a seguire due scene nello stesso momento: il dottore al telefono ed Angie che entra dalla porta.
Ma è una semplice scena di raccordo. E' un esercizio stilistico. Nulla di più.
Credevo.
Perché lì, in quei 3 secondi, c'è tutto il film.
Solo ieri me ne sono reso conto.
All'ennesima visione.
Perché?
Quando Angie entra nello studio, incontra un'altra donna che invece esce. La si intravede pochissimo, un secondo o poco più. Probabilmente è il cliente precedente. Il nostro cervello gli attribuisce poco valore e la ignoriamo. Sbagliando. Perché non cogliamo un particolare importate di quella donna: è in tutto per tutto simile al serial killer (anche se non lo è).
Il film è spiegato.
De Palma ci ha già detto tutto.
Lo studio, il dottore, il serial killer ed Angie come prossima vittima.
Abbiamo tutti gli elementi del film in mano.
Certo, questo particolare verrà colto da 10 persone su 100.000.
Ma c'è ed è solo il nostro occhio pigro a non coglierlo.

Capito perché adoro questo regista?

mercoledì 1 ottobre 2008

Drug-store.


Se avessi voluto avrei potuto sniffare.
A Milano è più facile trovare la cocaina che un parcheggio sotto casa.
Ma se c'è una cosa di cui sono orgoglioso di questi ormai 7 anni milanesi è il non aver mai ceduto. Anzi, il non aver mai avuto nessuna voglia di provarci. E sì che di motivi come quelli che si sentono nelle interviste ne avrei anche potuti avere: solitudine, stress lavorativo, voglia di essere accettato, bisogno di svagarsi.
Ma questo non è il mio mondo.
Dalla semplice canna a tutto il resto. (A dir la verità 3 tiri di canna li ho fatti, ma ero ad Amsterdam con un mio amico. Ed era un pò come fumare la prima sigaretta. Una piccola trasgressione dettata più dal contesto che da una reale volontà.)

Il mio non è un discorso moralista del tipo "quella roba ti brucia il cervello".
E' una semplice accettazione di sé.
Io voglio essere in ogni momento come sono.
Voglio lasciarmi condurre dalla mia euforia o dalla mia tristezza.
Non voglio essere guidato da altro.
Io sono così: triste, silenzioso, solitario, all'improvviso euforico, energico ed intraprendente. Ma solo perché il mio cervello, il mio umore ha deciso spontaneamente di esserlo. E' un discorso di forza di pensiero.

Nella mia testa ci entro solo io.
Nel bene e nel male.

lunedì 22 settembre 2008

Qui finisce la trilogia.


Come ogni regista o scrittore, avevo voglia di fare una trilogia. Nel mio piccolo, qui sul blog. Dopo 3 post polemici sulle vicende attuali italiane mi zittisco per sempre e torno alla mia veste. Presto tornerò a scrivere come colui che non muove un passo dai suoi pensieri.

venerdì 19 settembre 2008

Una questione insindacabile.

Parliamo un pò del caso Alitalia. Anzi, facciamo parlare altri.
Ferrero, esponente di Rifondazione Comunista: "è ora che il governo si assuma le sue responsabilità" anzichè "puntare a spaccare il fronte sindacale e in particolare a isolare la cgil e altre importanti sigle sindacali". Il governo "la smetta di giocare a poker sulla pelle dei sindacati e dei lavoratori di Alitalia."

Giusto, Ferrero. E' molto più saggio dire no, far fallire la trattativa e mandare a casa 20.000 persone. Infatti capisco la gioia dei piloti Alitalia dopo il ritiro di CAI. Meglio fallire che passare sotto questi padroni è il loro grido. Come dargli torto. Ognuno di noi vuole fallire una volta nella vita.

Vista l'apertura mentale di queste persone, non mi sono sorpreso di fronte a delle illuminanti dichiarazioni da parte di Epifani della cgil: "Non si possono fare trattative con gli ultimatum..."

Beh, quel che è giusto è giusto. La compagnia aerea perde 2 milioni di euro al giorno. Non si sa per quanti giorni ancora ci sarà benzina e voi volete mettere degli ultimatum? Ma dico, sarebbe troppo sensato. Non si può.

Allora sai che ti dico Epifani? E' meglio così. Non inchiniamoci alle pretese di Colaninno o al Governo. Tanto, mica faranno fallire la Compagnia. Vorrei vedere. Tanto prima o poi scendono a patti. Non ce la faranno a farci passare come quelli che hanno ceduto, vero Epifani? E poi sicuramente ci sarà un'alternativa estera.

Anzi, ho giusto qui alcune dichiarazioni recentissime.

British Airways: «Non siamo in alcun modo interessati ad Alitalia. Nemmeno ad acquistare una quota minoritaria. La compagnia italiana non è nei nostri progetti» afferma un portavoce della compagnia inglese, interpellato dal quotidiano online Affaritaliani.it.

Lufthansa: «Non è cambiato assolutamente nulla dal nostro punto di vista e, a dire il vero, non c'è nulla da commentare.» spiega Claudia Lange, portavoce della compagnia tedesca. "Le ultime dichiarazioni del nostro CEO sono state chiare: Alitalia, con il cospicuo debito che ha, non è gestibile per nessuna compagnia aerea. Prima avrebbe bisogno di una profonda e seria ristrutturazione, ed è per questo motivo che Lufthansa non ha fatto un'offerta di acquisto per Alitalia durante l'ultimo anno.»

Air France: attraverso un portavoce spiega ad Affaritaliani.it di non avere «per il momento nulla da commentare rispetto a quello che è accaduto ieri in Italia».

Sai che c'è Epifani.
Per un attimo, mi piacerebbe pensare ad un finale diverso.
No, non Alitalia salva.
Lo sai anche tu che ormai è impossibile.
No, no. Un altro finale.
Semplice semplice.
Che la lettera di licenziamento la riceva tu.

mercoledì 17 settembre 2008

Nessun vezzo per la Vezzali.


Valentina Vezzali.
Oro olimpico.
Campionessa di scherma.
Sicuramente un esempio positivo italiano di questi tempi.
Capita che vada a Porta a porta.
Capita che quella serata preveda la presenza di Berlusconi.
Capita ancora di più che si pensi ad un sketch fra i due.
Come ad esempio fingere un loro duello a colpi di spada.
A parte l'evidente diniego da parte del Presidente per evitare buffe movenze, può capitare che alla Vezzali scappi una frase scherzosa, ma innocente tipo:
"Presidente, da lei mi farei toccare..."

No, in Italia non si può.
Tutto deve essere soppesato. Calcolato.
Lo sport non può farsi scappare questi inchini alla politica.
Ma quando la smetteremo di pensare così?
Quando la smetteremo di fare perenne dietrologia?

Rosy Bindi: «L'intreccio tra politica e sport non è mai buono. Se poi si gioca sul doppio significato delle parole tra una donna e il Berlusconi del dopo intercettazioni la miscela diventa esplosiva e il risultato deprimente».

Anna Paola Concia: «La sceneggiata con Berlusconi è stata l'immagine della prostrazione femminile al potere maschile, inutile e dannosa perché arriva da un simbolo vincente delle Olimpiadi».

Era una semplice battuta. Fatta per strappare un sorriso, per spettacolo, per malizia.
Come ogni persona, inserita nel contesto specifico e dotata di un minimo di simpatia, farebbe.


Ma in Italia non si può. In Italia ogni dichiarazione deve avere il placet del partito.

mercoledì 10 settembre 2008

Il passato è passato.


Siamo nel 2008.
Il fascismo è morto con l'uccisione di Mussolini alla fine d'aprile del 1945. Ovvero 63 anni fa. Il comunismo non ha una data altrettanto ufficiale, ma diciamo che dal crollo del Muro di Berlino si è chiusa un'epoca.
Nel mondo ci sono infiniti problemi. Figurati in Italia. Dalla recessione alla sopravvivenza di questo pianeta. Ma noi di cosa parliamo?
Di fascismo e comunismo.
Ci scontriamo ancora una volta su queste ideologie.
Ancora una volta a Milano si verificano incidenti fra fazioni dell'una e dell'altra sponda.
Basta.

Non me ne frega niente se al potere c'è un ex fascista o un ex comunista.
Non mi interessa se da giovani erano iscritti al centro sociale o se avevano al collo la croce celtica.
Io vivo ora.
Adesso.
In questo momento.
E giudico un uomo da come si comporta in questi giorni.
E come cerca di migliorarli.

Il resto è solo un discorso vuoto.

venerdì 5 settembre 2008

A voi.


Non ricordo grandi discussioni.
Non ricordo grandi risate.
Non ricordo grandi pianti.
Gli anni che separano le nostre crescite hanno creato un divario di amicizie e situazioni.
Siamo figli di un padre taciturno del quale portiamo le effigie.
L'osannato silenzio di fronte ad una partita ha sempre zittito mamma.
Siamo esponenti di quel genere maschile che brilla per le parole nascoste, negate, rimandate.
Non saremo mai sorelle che s'incontrano al bar, non saremo mai una lettera a 6 mani, non saremo mai un'email di racconti.
Non fa parte di noi.

Preferiamo essere uno sguardo.
Un libro consigliato.
Un tiramisù da assaggiare.
Una partita a carte.
O una semplice foto.
Come questa.
Che parla di noi, senza aprir bocca.

Vi voglio bene.

Il film che aspettavo, finalmente esisterà.


Con mia grandissima gioia, ho saputo che nel 2010 (manca ancora molto purtroppo) arriverà il prossimo film di uno dei miei registi preferiti: Guy Ritchie (per chi non lo conoscesse il marito di Madonna). Ma non finiscono qui le sorprese.
La pellicola narrerà le gesta di uno dei personaggi più interessanti al mondo: Sherlock Holmes, interpretato da Robert Downey Jr.

In questo panorama perfetto di attesa, solo un'ipotesi rovina il piacere.
Il dott. Watson potrebbe essere interpretato da Russel Crowe.
Purtroppo ha il physique du role corretto. Infatti Doyle descrive così il suo Dottore: media statura, corporatura robusta, mascella squadrata e collo massiccio, con i baffi, agile, atletico. Si sa che ha giocato a rugby nei Blackheath e che risulta molto attraente alle donne.

Se togliamo i baffi, risponde abbastanza alla figura di Crowe. Ma chissà perché non me lo vedo affatto a fianco dell'eterno Sherlock. Forse perché ho paura che gli faccia ombra. Forse perché temo che le esigenze contrattuali e di marketing non permettano grande dicotomia fra i due attori protagonisti. O forse perché non mi sono mai piaciute quelle figure che affiancano i miei eroi. Come se rubassero ai protagonisti parte del loro successo. (Vedi Robin.)

Sherlock, ma che te ne fai di uno così?

Upgrade: forse Guy ha letto il mio post, ma sono cadute le ipotesi sulla presunta presenza di Russel Crowe. Il film migliora già in partenza.

lunedì 1 settembre 2008

Gli anni passano. Ma poi ritornano.


Non è notizia nuova il rifacimento di Beverly Hills. Non è cosa nuova che la prima puntata veda qualche protagonista del primo Beverly. Non è nuovo che Brenda fosse l'unico motivo per cui guardassi la vecchia serie (che non mi prendeva particolarmente). Sì, era un pò cicciotta. Sì, il gossip di serie B trasmetteva notizie concrete sulla sua presunta stronzaggine dietro le quinte. Ma quella frangetta lì mi faceva impazzire. Shannen Doherty continua ad essere una delle mie preferite.

Se per caso esiste l'harem lassù, le darò la parola d'ordine per entrare.
Semplice: Fidelio.

venerdì 1 agosto 2008

Holidays.

Si parte.
Si va via dal presente.
Mi iberno in un caldo sonnolento e pacifico.
Rilasserò la mia pelle, non credo il mio umore.
Tornerò più forte, ma forse meno combattivo.
Più carico, ma meno pronto alla battaglia.
Tornerò forgiato di nuovo spirito
o destinato alla raccolta differenziata.
Differente da chi mi circonda.

Please, qualcuno mi raccoglie da terra?

giovedì 31 luglio 2008

Biglietto senza ritorno per Gotham City.

Ieri sera ho visto Il cavaliere oscuro.
Gran bel film.
Da cosa l'ho capito?
Dalla sensazione di assenza che provo oggi, il fatidico giorno dopo. Che forse, oltre lo stupore iniziale, è lo strumento migliore per giudicare un film.
Quando l'effetto "pancia" cala, inizia l'innamoramento vero e proprio. E se arriva lì, sarà amore eterno. Un pò come fra il pop e la canzone d'autore.
Premetto subito una cosa. Batman è in assoluto il mio supereroe preferito. Quindi il terreno era fertile. Anche se per lo stesso motivo la critica può essere molto più dura. E devo dire che Il cavaliere oscuro entrerà ben presto nella mia collezione di dvd, accanto a 300.
Tante le cose positive da sottolineare. A partire dalla durata (2 ore e mezza)fino alla musica (bellissima la chitarra che stridula quando sale la tensione). Per citare solo due elementi. Ma in sintesi basta una parola: Joker. E' in assoluto la figura maligna più bella che ci sia nella storia dell'intrattenimento. Non solo cinematografico. Non è un caso che i film più belli su Batman siano proprio quelli dove la sceneggiatura prevede la sua presenza. Ovvero il primo di Tim Burton e l'ultimo di Nolan. Due stili diversi e due Gotham City diverse. Ma sempre un uomo folle al centro.
Questo Joker mi cattura. Mi piace il suo modo di camminare: un'andatura apparentemente affaticata, spalle leggermente oblique. Mi piace come si veste. Mi piace il trucco poco perfetto, anzi. C'è più tensione nelle sue corde, più calcolo e meno follia.
Forse il punto debole è proprio questo. Qual è il Joker migliore? La giocherellona pazzia di Jack Nicholson o la nera follia di Heath Ledger? Nella mia domanda c'è già la risposta.

mercoledì 30 luglio 2008

Adagio col plagio.

Sento parlare in questi giorni di un possibile plagio da parte di Jova nei confronti di un cantante spagnolo, un certo Sanz. La canzone incriminata sarebbe "A te".
Se avete modo di confrontarle, sentirete effettivamente una somiglianza. Ma nulla di più. A mio avviso.
Però sul tema mi sento di difendere Jova, citando un piccolo aneddoto. Nel mio piccolo ho avuto, come tantissimi giovani, un gruppetto musicale. E come tanti sognatori con velleità di successo abbiamo fatto qualche canzoncina nostra. Ovvio che nella composizione ognuno metta del suo. Ognuno porti cioè quel tocco musicale figlio dei suoi gusti musicali, di quello che ascolta. Un pomeriggio ci siamo messi a comporre. Io seguivo con la voce quello che nasceva. Ad un certo punto, non so da chi, partì un giro di accordi che entusiasmò tutti. Stavo improvvisando qualche cantato, quando Francesco, il chitarrista, si fermò: "Ragazzi... è uguale ad una canzone dei Depeche Mode...." Ecco.
Se fai il musicista di professione e non fai altro che ascoltare musica dalla mattina alla sera, immagazzini idee senza neanche accorgertene. E poi il cervello le butta fuori come tue. Spontaneamente.
Un pò come i sogni alla sera. Fanno uscire tutto quello che inconsciamente abbiamo assorbito durante il giorno.
Certo, un musicista deve essere anche in grado di riconoscere l'originalità o meno di un pezzo. Ma non riesco ad immaginare Lorenzo che si mette a copiare un successo spagnolo di soli 2 anni fa... la spagna... una nazione e una cultura simile alla nostra, comunque non distante, almeno da un punto di vista chilometrico. Non sarebbe stato troppo rischioso?
Poi c'è caso e caso, per carità. Quest'anno, la canzone della Bertè a Sanremo era indifendibile.

martedì 22 luglio 2008

Più che fonte, una fontanella d'ispirazione.


Mi sono chiesto da dove nasca la comicità.
Oltre alla propria indole, sono sicuramente istruttivi gli esempi con i quali cresciamo.
Prendi i romani. E' facile essere simpatici se cresci a pane e Sordi. Per non parlare dei toscani. E noi veneti allora? Ecco, appunto.
Toffolo docet.

lunedì 21 luglio 2008

Hulk. Un film che spacca.

Non male.
Davvero.
Sarà per la presenza di Norton, quasi una garanzia di onestà cinematografica.
Sarà perché giungeva a pochi anni dal primo Hulk del nuovo millennio.
Certo lo sfidone finale con il cattivone un pò fa scivolare tutto il tentativo di costruire un'evoluzione psicologica dei personaggi. Ma è sempre un fumetto. Giusto così.
Solo un dubbio mi solletica.
Non sono un conoscitore di Hulk e delle sue avventure. Magari sto dicendo una castroneria. Però mi chiedo.
Hulk non ha nemici, se non il colonnello dell'esercito. Giusto?
Perché non fa fuori direttamente il militare e se ne scappa a curarsi tranquillo da qualche parte?
Tanto, è tutto top secret. Tolto di mezzo l'acerrimo nemico...

venerdì 18 luglio 2008

Un pò mi vergogno...

... ma l'ultima canzone del Liga mi smuove dentro qualcosa...
oppure semplicemente esprime al meglio il coacervo che mi pervade l'animo.

"Portami dove mi devi portare.
Africa, Asia o nel primo locale.
Fammi vedere che cosa vuol dire partire davvero.

Portami dove non posso arrivare
dove si smette qualsiasi pudore
fammi sentire che cosa vuol dire viaggiare leggeri."

martedì 15 luglio 2008

Quale dei due è l'attore?


Alla vostra sinistra Chewbacca. Alla vostra destra l'attore che lo impersonò.
A volte, la realtà supera la finzione.
Beh, non tanto a volte.

mercoledì 9 luglio 2008

Nuova campagna 3- parte seconda.

Continuiamo a distruggere la campagna 3. Un altro splendido soggetto.
Littizzetto says:
"Certe cose le devi affrontare di persona.
(Svegliare il senso di responsabilità in una società in cui si tende a perdonare tutto o a scaricare le colpe del singolo? Giusto.)
Non puoi fare sempre finta di niente, dai. Ci sono delle volte in cui devi prendere in mano la tua vita e scrivere tu il finale.
(Come si dice: le chiacchiere stanno a zero. Un invito all'azione. Quasi un'invettiva contro i famosi bamboccioni.)
Non puoi lasciare la persona che ami con un sms.
(Mi sembra un esempio adeguato per far capire cosa s'intende. Se non hai il coraggio di lasciare la tua ragazza di persona, chissà cosa non avrai coraggio di fare in mille altre occasioni)
Prova con tutto il telefono.
(.................. di nuovo? Ma allora la caduta di stile è proprio una scelta di stile)

sabato 5 luglio 2008

Nuova campagna 3. Voto 3.

Non mi sono mai permesso di giudicare una campagna pubblicitaria. Facendo parte della selva oscura che produce spot orribili (ma i motivi della loro bruttezza vanno ricercati altrove), conosco le difficoltà, le paranoie, le discussioni, i test che si celano dietro quei 30". Tutte complicazioni che poi rovinano la spesso semplice idea di partenza. Ma per quanto riguarda l'ultima campagna 3 voglio dissentire dal mio silenzio.
Ricordate?
Belle immagini,in qualche modo evocative,dove la Littizzetto invita alla riflessione.
Ma la domanda è: questa riflessione avviene per davvero?
Ecco le parole della povera Littizzetto:
"A volte mi chiedo se tutta questa tecnologia non sia troppa.
(Punto d'ingresso interessante)
Si può ricordare qualcosa senza per forza fare una foto?
(Mi inviti a riflettere su questa tema. E ti do ragione. C'è un che di poetico nell'atmosfera)
Si può visitare un posto incredibile ma non su internet?
(il dibattito continua. Sembra un dialogo fra un uomo occidentale e un guru orientale. Fra un manager e Celentano. Sembra esserci un invito ad uscire dalla rete. A guardare il mondo con i propri occhi e a viverlo direttamente.)
Si può guardare il mondo dall'alto, ma non in uno schermo?
(Sì. Sì può. Luciana hai ragione. Sì, dobbiamo cambiare le nostre abitudini. Così non va. Sì!)
Si può, ma se non lo paghi perché non approfittarne?
(...................... mi hai portato fin qui per comunicarmi la più becera delle promozioni?)

mercoledì 25 giugno 2008

E' ora di iniziare a ragionare.

Corriere della Sera:
"Per Bertinotti senza la sinistra radicale in Parlamento c'è un regime leggero."

Zanonato (esponente Pd e sindaco della mia città natale):
"Ognuno vende il proprio prodotto. Ma parlare di regime o di un ritorno al fascismo non è un'analisi oggettiva della realtà. Il governo fa sparate propagandistiche. Gli altri pure. E questo ci distoglie dai problemi."

Se tutti ragionassero così.
Nessuno scontro, solo confronto.

martedì 24 giugno 2008

Altro giro, altro testimonial.


Costiera amalfitana. Occhiali da sole, hotel di lusso e cortesia locale.
Un grande attore in mezzo a noi. Sulla scena italiana di sicuro fra i migliori. Su quella internazionale comunque nei top 100.
E il prossimo spot chi mi porterà ad abbracciare?
Girano già nuove voci, ma nulla si può dichiarare.
Mi è concessa solo una piccola preview:
"Noooo, ma lei.... è....biiiiiiiiip."

mercoledì 18 giugno 2008

L'estate sta finendo.


I ricercatori di qualche fantomatica Università americana hanno finalmente scoperto la causa di un'estate così vaga, insolita quanto bagnata.
A tale conclusione ci sono arrivato anch'io ieri sera, sotto l'effluvio caldo della mia malandata doccia.
Pensateci. L'estate inizia quando vediamo scorrere sulle tv nazionali quella suadente sigletta. Quando vediamo i nostri italici cantautori o meno sgolarsi su palchi semivuoti.Quando la starlette di turno grida a tutta gola (e petto nudo) il nome dell'artista. Poi improvvisa, fulminea, arriva la domanda:
ma quest'anno il Festivalbar non va in onda?

E fu così che il creatore di tutti i mondi, annoiato nella sua stanza dei desideri, decise di togliere l'estate a tutti coloro che avevano tolto a lui la canzone dell'estate.
No Festivalbar, no playback, no estate.

venerdì 13 giugno 2008

Ho 20 anni di ritardo sul mio lavoro.


Ieri sera per puro caso mi sono ritrovato a guardare quello che Rete4 definisce un Filmissimo. Ovvero Yuppies.
Non starò qui a discutere sulla bellezza o meno del film (per me veramente bello nel suo essere pura fruizione dell'inutile, nel suo spegnerti ogni pensiero).
Ma sottolineo solo un aspetto. Nel film i protagonisti, gli esponenti di successo, gli arrambanti arrivisti, gli arricchiti modelli di una borghesia dominante sono un notaio (e chi li ammazza), un dentista, un rivenditore d'auto e... un pubblicitario come me. O meglio, un copywriter come me.
Se questa figura è entrata in una sceneggiatura di Vanzina, qualcosa di vero ci sarà stato. E infatti è tutto vero. Da quando ho iniziato questo lavoro si narrano i mitici anni '80 come retaggio onirico del passato. Come sappiamo, ogni stagione ha un suo boom lavorativo. Il mio era 20 anni fa. E lì s'è fermato. Perché ora, niente è più lontano dalla realtà.
Forse dovrei fare un lavoro dal perenne rendimento, tipo il farmacista o il notaio. Anche se sarebbe troppo facile. Non sono mica una casta chiusa.


ps: comunque gli slogan che il pubblicitario Jerry Calà propone sono davvero stupidi e fantastici. Per una calza chiamata Velatissimo s'inventa dei claim oggi improponibili. Purtroppo. Alcuni esempi?
Velatissimo. Il collant arrapantissimo.
Hey gringo, la calza Velatissimo. (Questa è veramente assurda).
Velatissimo. Il collant smutandissimo.
Velatissimo. Il collant che è uno schiant.

Ma quello che verrà scelto da Zampetti (Direttore creativo) sarà:
Velatissimo. E vai fuori di gamba.

Altri tempi. Purtroppo.

giovedì 12 giugno 2008

Dichiarazione d'intenti.


Io non sono un metallaro. Mai stato.
Io non sono un rockettaro. Mai stato.
Io non sono un vaschiano. Mai stato. (E mai lo sarò)
Io non sono un seguace della chitarra.
Io credo nel basso, nella batteria.
Io credo nella ritmica fine a se stessa.
Io credo nella base alla Public Enemy.
Io credo nel loop.

Però. Una sera di Giugno.
Uno rende omaggio al suo nemico.
L'assolo finale di Slash in November Rain
ha la forza emotiva per restare nella gente.

lunedì 9 giugno 2008

Uno cosa può fare il sabato sera?


Se non guardare John Rambo?
Lo ammetto, io sono uno di quelli cresciuti con il mito di Sly. Indifferente il personaggio. Bastava ci fosse lui. Non per nulla, il primo film per il quale ho versato qualche lacrima di sconforto è stato "Over the top". Film che può essere definito in tutti i modi possibili, tranne quello di essere lacrimevole. Ma questo è un altro discorso.
Dicevamo. John Rambo.
Ero curioso dopo Rocky Balboa, valore inespresso della saga dello stallone italiano. Chissà come si sarebbe comportato il veterano.
Non male, non bene.
Tralasciamo le lacune morali per cui passa dal diniego più totale ad intervenire all'azione più feroce solo perché una bionda prima e un prete dopo lo convincono con delle labili motivazioni. Ma questo è Rambo. Non possiamo perdere tempo nel giustificare l'azione. Dobbiamo entrare subito in azione.
Primo dato positivo: un accampamento militare in mezzo alla giungla. Ottimo contesto che ben si addice al nostro eroe. Fra fango e pioggia può agire nascosto e colpire nel buio. Piccolo retaggio del primo Rambo, l'unico film veramente riuscito della saga.
Secondo dato positivo: non è da solo. Questo lo rende più credibile. Non è più il pazzo solitario che prende un carro-armato e si scontra contro un elicottero militare, restando illeso (Rambo 3). Ma fiancheggia una squadra di mercenari. Anzi, una volta gli viene salvata anche la vita. Certo, la carta d'identità parla chiaro. Sia per Sly che per il suo personaggio. Ma a parte una corsa sostenuta in mezzo alla giungla il fisico non lo vede impegnato in scene impossibili. E anche nella scena finale da sparatutto lui comunque si è scelta una posizione stravantaggiosa: dall'alto della montagnetta con in mano un mitragliatore. Ovvio che massacri tutti e nessuno ti piglia. La domanda sarebbe: perché nessuno fra i cattivoni ti lancia una bombetta, ma cercano tutti di risalire a piedi? Qui dobbiamo sospendere il dubbio e guardare convinti. Questo è cinema.
Insomma, c'erano le potenzialità per confezionare un film onesto.
Poi durante i titoli di coda guardi la durata: 83 minuti. E allora dici no.
Ma come?
Ti ho seguito fin qui. Ho accettato le evoluzioni impossibili di un uomo che si rimangia la parola in 5 minuti e tu mi lasci con il minimo sindacale?
Quanto sarebbe costato filmare 15 minuti in più, dedicando più tempo alla fuga dai militari birmani e alla scena finale in cui lui torna finalmente in Arizona?
Non chiedevo un profilo psicologico dei personaggi. Per carità.
Ma visto che sei una macchina da guerra, che ti costava uccidere altri 15-20 cattivoni dagli occhi a mandorla?

giovedì 5 giugno 2008

Stanno arrivando.


Ieri pomeriggio.
Sotto un porticato per evitare la pioggia.
Lungo il marciapiede passano due ragazze.
Una fa all'altra:
"Mancano 5 mesi e 2 giorni al concerto dei Cinema Bizarre."

Come già detto, stanno arrivando.

martedì 3 giugno 2008

Gomorra è un pugno nello stomaco.


Sono andato a vederlo al cinema, spinto da quel passaparola che sottolineava come fosse un vero e proprio pugno nello stomaco.
Me ne sono reso conto.
Aggiungerei di più.
Fa venire la nausea.
Tanto da uscire dopo un'ora e venti di spettacolo.
Con una sensazione di vomito.
BASTA CON LA CAMERA A SPALLA!

Ok utilizzare il dialetto per entrare meglio nel contesto del posto (anche se non mi piace sdoppiarmi fra immagine e sottotitoli). Ma dove sta scritto che per trasmettere la realtà devo muovere sempre la camera?
Per carità, non siamo ai livelli di The Blair Witch Project...

venerdì 30 maggio 2008

The day after Safari Tour.


Sarà perché lo seguo da sempre.
Sarà perché qualsiasi stronzata scriva, la sento vicina.
Sarà perché cura i suoi concerti come nessuno nello stivale.
Sarà perché concepisce lo spettacolo nel senso più ampio del termine.
O solo perché in Italia, almeno per me, c'è solo lui.

giovedì 15 maggio 2008

Fuochi di pace.

Sogno sonno.
Soffici sentenze sparo.
Sonanti. Sé stanti.
Spazi.
Silenzi.

Senti? O dissenti?
No,
sono spenti.

mercoledì 7 maggio 2008

Le mie nuove scoperte trash.



Alla vostra destra: Cinema Bizarre. Figli del pop tedesco, sulla scia dei miei amati Tokio Hotel. Almeno, i ciuffi sono quelli.



Ma sul carro dei vincitori germanici sono montati anche coloro che un anno fa a Praga conobbi come Nevada Tan e che ora passano per Panik.
Queste band stanno per arrivare da noi. Le sento. Sento il loro successo scalzare la noia e la critica pura del banale e del già visto. Sono dietro l'angolo. Sono già davanti a noi. Sono già nelle nostre teste. Ci basterà solo ascoltarli un secondo per essere aspiranti vittime della loro musica. Perché questo sono. Così evidente ammiratore di un inutile, copiato prodotto mediatico.
In pop we trust.

martedì 15 aprile 2008

La cosa rosa. (Appunto, che cosa è?)



Le elezioni sono terminate. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Che sia vincente non so. So solo che avremo un governo regnante per
5 anni e questo mi basta e avanza. Poi vedremo cosa riuscirà a fare.
Piuttosto mi preme sottolineare la morte politica di inutili partitini
e di una fazione alquanto datata: la sinistra arcobaleno.
Il loro errore?
La sensazione che sia una coalizione poco moderna, poco governativa,
poco collaborativa. E la sensazione che ci sia molta confusione intorno
al comunismo: uno può essere comunista o non esserlo.
In Italia invece si può essere comunista in tanti modi diversi.
Non si spiegherebbe l'esistenza di Rifondazione comunista, del partito
dei comunisti italiani, del partito comunista dei lavoratori e della
sinistra critica. 4, dico 4, partiti sotto falce e martello.
Qualcosa non va, giusto?

Chiudo con una dichiarazione di Diliberto dei comunisti italiani,
rilasciata ieri sera da Mentana. All'incirca le sue parole erano:
"Ringraziamo Veltroni che ha svuotato la sinistra... compagni e
compagne state tranquilli... non sbattete la testa...
adesso ci risisteremo..."

Come reagire ad uno così?
Uno che invece di analizzare la sua sconfitta, accusa un altro?
Uno che nel 2008 si rivolge alla gente con il termine "compagno"?
Uno che, come se silvio fosse il peggior dittatore di un qualsiasi stato
africano o sudamericano, cerca di tranquillizzare la gente contro il
nemico numero uno?

In nessun modo. Tanto in parlamento non ci sarà.

venerdì 11 aprile 2008

Dove si annida la verità?



Sinistra, destra, centro.
Questa volta sono senza baricentro.

Domenica farò un voto con me stesso.
Speriamo di non sbagliare.

giovedì 10 aprile 2008

Nessuna resa, nessun Re.



Prima era l'età dell'oro.
Prima era una bolla di sapone, senza che lo sapessi.
Avevo al mio fianco una schiera di maggiordomi dell'animo.
Come una scacchiera senza giocatori, ogni cosa era al posto giusto.
La mia Regina, il mio piccolo gruppo di Cavalieri e il mio regno.
Era facile essere Re. Ma quel regno non esiste più.

Prima non era così. La storia da scrivere sembrava più scorrevole.
Ora il mio trono vacilla. Ovunque si spargono voci di nuove ondate
di invasori. Si tramano colpi di stato.

Prima stringevo lunghe alleanze.
Ora mi trovo in terra straniera, con forze sconosciute.
Cerco di governarle come posso, ma ottengo soltanto di perdermi.
Se soddisfo una corrente a me vicina, ne perdo un'altra. Ignorarle
non posso. Così si diventa un Re senza sovranità. E il dispiacere
passa da un muro all'altro fino a rassegnarsi fra i calcinacci di
casa. I cronisti raccontano di continue lotte intestine.

Ogni Re, quando sente vacillare i piedi, rinforza le mura.
Le irrobustisce di silenzi, di attese, di respiri, senza cedere il passo.
Nessuna parola, nessuno sbaglio.
Nessuna resa, nessun re.

Anche oggi Zeus non posso sacrificarti nulla.