martedì 3 marzo 2009
A me mi piace andare a squola.
Credo che la scuola meriti più rispetto. Da parte di tutti.
Dal Governo, dagli insegnanti, dagli studenti.
Nessuno ha ragione. Nessuno ha torto.
Diciamo però che la sensazione di un maggior rigore da parte delle istituzioni sia solo positiva. La scuola per me rimane un luogo dove apprendere. Punto. Qualsiasi altra considerazione in merito non deve rientrare nei meriti del sistema scolastico.
Si potrà discutere all'infinito sul maestro unico, sui tagli, sui corsi universitari inutili. Ma si dovrebbe partire solo da un obiettivo comune: la severità.
Qualche mese fa ho sentito una breve intervista a non ricordo più quale attore che diceva:" ogni euro tagliato alla scuola è un errore gravissimo." Al quale potrei rispondere: "ogni euro sprecato dalla scuola è un errore gravissimo."
Serve l'impegno di tutti.
La voglia degli insegnanti di mettersi in gioco ancora una volta.
Una ricerca di maggiori risorse e il controllo delle stesse da parte delle istituzioni.
Un intervento intelligente e costruttivo da parte dei sindacati.
Maggiore coscienza scolastica degli studenti.
Tutti guidati da un senso educativo. Il ragazzo che verrà ha bisogno anche di essere bocciato se può essergli utile. Tollerare o rimandare non sempre funziona.
Tutto questo discorso sbatte contro il gesto della scuola elementare Longhena di Bologna: gli insegnanti hanno dato 10 in pagella a tutti gli studenti per protestare contro la legge Gelmini. La politica non dovrebbe entrare nelle classi. Come l'ipocrisia di quella maestra che così si difende: "La politica non centra nulla. Ci siamo limitati a fare gli insegnanti."
E alla domanda di come si spiegasse una pioggia di 5 in condotta alle superiori, sempre lei ha affermato con senno: "E' un pessimo risultato per tutta la scuola italiana. Significa che la strada intrapresa non va nella giusta direzione." Ovvero, la colpa non è degli studenti che si meritano tal voto, ma di una riforma sbagliata.
Ecco, sono tutti questi atteggiamenti da resettare.
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