lunedì 14 dicembre 2009

Mussolini si faceva le veline.

Alla domanda "le veline?" l'immaginario collettivo non fa altro che pensare a belle ragazze danzanti. (V. sopra la velina più bella di sempre, per me).
Ma le veline originariamente erano note di servizio inviate ai capi redattori dal Ministero della Cultura popolare per uniformare la notizia durante il ventennio.
Al riguardo, ho appena finito di leggere un piccolo libricino che rende bene l'idea dei contenuti di questi messaggi. Alcuni possono apparire chiari per il culto personale di Mussolini:
"Notare come il Duce non fosse affatto stanco dopo 4 ore di trebbiatura" 4.7.1938
"Non fare assolutamente cenno, nella cronaca odierna, del balletto cui ha partecipato il Duce a Belluno" 24.9.1938

Altre veline hanno più un tono sociale a fine propagandistico:
"Si conferma la disposizione di non pubblicare fotografie di militari in ginocchio durante la Messa." 6.8.1940
"Non occuparsi in alcun modo delle code." 12.11.1940

Ma due le trovo irresistibili.
Una perché assolutamente oscura, l'altra perché emana ironia alleniana.
Partiamo dalla prima:
"Il Messaggero del 20 corrente ha pubblicato un'inserzione che suona così: "Professore ventinovenne distintissimo, occhi bellissimi, sentimentale, sposerebbe dotata carina anche provinciale, disposta aiutarlo consolidargli posizione." Le espressioni occhi bellissimi sono eccessive e bisogna evitarle." 23.6.1943
Ma perché? Qui veramente non trovo ragioni propagandistiche, romaniche, imperiali, etc.

L'ultima invece è geniale nella sua gelida forma:
"Il testo del discorso può essere pubblicato in neretto (...). Il discorso del Duce può essere commentato. (Il commento ve lo mandiamo noi.)" 23.9.1939

Altro che Ezio Greggio...

2 commenti:

Beppe ha detto...

"Occhi bellissimi" è poco virile, è probabile che nel ventennio valessero di più "braccia toniche" e "spalle possenti"...

Anonimo ha detto...

Siete forti.