venerdì 16 novembre 2007
Ci vuole classe anche per una class action.
Leggo con pochissimo stupore che la fantomatica repubblica delle banane continua a fare proseliti nella nostra bene-odiata Italia. L’ultimo esempio viene dall’approvazione della Class Action avvenuta ieri al Senato. Cosa sarà mai? Quando una pluralità di soggetti si riunisce per far valere un diritto con un’unica causa i cui esiti si rifletteranno su tutta una categoria. Una pratica molto diffuda in Usa. Per esempio contro le multinazionali del tabacco.
Grande cosa.
Atto legittimo.
Doveroso nel 2007.
Sicuramente avrà avuto una larga maggioranza al senato.
(No?)
Avra avuto comunque un vasto consenso.
(Come dici? È passata per un solo voto?)
Almeno sarà una maggioranza solida.
(Quel voto in più è un errore? Ah.)
Ieri il senatore Roberto Antonione ha premuto il tasto sbagliato (beata tecnologia) dando il via libera all'emendamento sulla class action. Sembra che il suo voto sia stato fondamentale.
La storia finisce qui? Ricordiamoci che siamo in Italia.
Resosi conto dell'incredibile errore, Antonione scoppia in lacrime, consolato dai colleghi del suo gruppo.
A volte la vergogna prevalica sulla moralità. Così, una norma che dovrebbe essere alla base di uno stato democratico passa per errore. Per fortuna.
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