venerdì 25 maggio 2012

Elogio della bruttezza.

Che strano periodo.
Non mi sono mai sentito Alain Delon.
Però neanche Alvaro Vitali,
come succede in questo momento storico.
Storico, non perché passerà agli annali.
Storico, perché si annuncia ricco di cambiamenti.
E lo affronto con la spavalderia del nobiluomo che sfida il cavaliere nero. 
Un pizzico di coraggio e via i timori dal frigorifero.
Un pinzimonio che da qualche parte porterà.
Forse salperò per Miami o fonderò la Repubblica sovrana della Nutella.
Non importa.
Evidentemente, c'è una cappa di disinteresse che respiro ogni giorno.
E mi pervade l'animo, salvandomi.
Lo si deduce dalla barba amazzonica che indosso.
Moderni resti di caffè da interpretare.
"Maya che male", mi disse l'ammiraglio del Titanic prima di farsi una vasca in centro.
Lo si nota dalla mia capigliatura scapigliata, figlia della siccità moderna.
E sorella della calvizia ereditata da mio padre Adamo.
Porca Eva, non potevi preferire l'arancia per la tua marmellata?
Forse, adesso, vivremmo tutti in un attico al primo piano.

Prendete elmo, scudo e corazza.
Affrontate la vita a colpi di distacco.
Il modo migliore per non essere feriti,
è non pensare al fosso che ci aspetta.  


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