mercoledì 26 ottobre 2011

Crisi del mercato immobiliare?


Ho deciso di vendere casa.
Passata alla storia come la Sagrada Familia di Milano per la quantità di cantieri avuti, finalmente non ha più infiltrazioni, pareti crollate, etc.
E' pronta.
Eppure, non la voglia più vedere.
Spesso mi ha dato la nausea.
Non me ne sono mai innamorato, è sempre stata solo un bed&breakfast.
Ma evidentemente c'è un fil rouge che lega la mia sorte alla sfiga.
Forse devo scontare una pena.

Primo passo.
Chiedo ad un mio amico architetto il nome di qualche agente immobiliare affidabile per vendere casa. Dopo un primo colloquio positivo, improvvisamente l'agente rifiuta l'incarico per problemi di famiglia.

Secondo passo.
L'agente lascia i miei contatti ad un suo collega con il quale collabora ogni tanto.
C'è da fidarsi, dice.
Mi fido, dico.
La richiameranno oggi, dice.
Aspetto, dico.
Aspetto, ridico.
Scusi, ma quanto devo aspettare?

Terzo passo.
L'agente mi riscrive.
Ha un contatto più appropriato per casa mia, dice.
Mi contatteranno nel pomeriggio, dice.
Ok, grazie.
Gentile l'agente, penso.
Ha detto nel pomeriggio.
Passa un giorno.
Due.
Tre.
Sì, ma quale pomeriggio?

Quarto passo.
Quello che farò sabato: entrare nella prima agenzia che trovo e convincere un agente a firmare la delega per vendermi casa.
Quasi un paradosso.

Va bene non trovare nessun acquirente che sia interessato.
Ma neanche un'agenzia immobiliare mi sembra frustrante.

Nessun commento: