Il 12 e il 13 Giugno voteremo i referendum
sull'acqua pubblica, sul nucleare e sul legittimo impedimento.
Noi milanesi (ops... residenti a milano, io mi sentirò sempre padovano),
ce ne meritiamo almeno altri 5, tutti di tematica ambientale.
Tra questi spicca l'allargamento di Ecopass.
Perché ci meritiamo tanto spreco di carta non riciclata da siglare con penne consunte?
Probabilmente perché i nostri governanti sono diventati esponenti del partito della non decisione.
Lo dico subito: ho un diesel euro 3.
Con l'allargamento di Ecopass dovrei pagare appena inserisco la chiave nel cruscotto.
Certo, mi salva il motorino e non ho un figlio da scorazzare a scuola o in piscina.
Ma sono e sarei comunque favorevole.
Votai la Moratti proprio per Ecopass.
Mi sembrava la prima seria iniziativa contro l'inquinamento milanese.
Ma si sapeva (l'esempio londinese era una prova) che avrebbe perso negli anni la sua efficacia, necessitando di un allargamento delle zone limitate o di un inasprimento dei biglietti.
Eppure, nulla.
Si è lasciata cadere la sua funzionalità piano piano.
Non decidendo.
Non agendo.
Cosa ci stanno a fare in giunta, mi verrebbe da chiedere.
D'altra parte, se voto è perché voglio essere governato.
Voglio che una persona più competente di me decida per il bene mio e della città.
Ascoltando tutti, senza ascoltare nessuno.
Nell'interesse generale, nel disinteresse di poche fazioni.
Il motto dovrebbe essere: è giusto così, deve essere fatto così.
(si potrebbe discutere per anni su cosa sia giusto, ma non è questo il punto).
Non puoi lasciare alla coscienza civile la decisione.
Perché?
E' dal 1995 che un referendum non raggiunge il quorum.
Sono fallite le ultime 6 chiamate alle armi del popolino con la matita in mano.
Vi pare che il 13 giugno i milanesi correranno in massa per votare a favore dell'allargamento di Ecopass che limiterà di molto i loro spostamenti in auto?
Il popolo, nella sua maggioranza, pensa solo a se stesso.
Non si domanda cosa sia giusto, bensì cosa gli convenga.
E' autoreferenziale. E' una casta che guarda ai suoi beni.
Altrimenti ci governeremmo da soli, no?
A questo serve il governo.
Ad agire su questioni che toccano le nostre sorti,
perché noi stessi non avremmo l'onestà intellettuale per decidere.
A questo serve un sindaco.
A fare pollice su e pollice verso.
Contro tutti se necessario, ma per il bene di tutti.
La Moratti ha perso il mio voto alle prossime comunali.
Lo ha perso, quando ha deciso di non decidere.
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