sabato 20 dicembre 2008

Discorso sull'essere, sul divenire, sulla volontà.


Questo bimbo ha compiuto 3 anni pochi giorni fa.
Ma sulla torta non ha visto scritto il proprio nome o l'augurio di un buon compleanno.
Perché il suo nome pesa troppo. E' un incrocio pericoloso di lettere.
Lui è Adolf Hitler Campbell.

Non voglio discutere sul comportamento dei genitori. Ma entro nell'animo di questo bambino. Come crescerà? Che visuale avrà del mondo, dopo un addestramento coercitivo di nozioni naziste?

Dovrà sicuramente lottare con se stesso e con la cultura circostante.
Prima di fare suo il pensiero.
Ne uscirà inevitabilmente sconfitto. O contro la storia o contro i suoi.

Alle volte è meglio avere il più banale dei nomi. Un Mario Rossi può andare.Forse dietro tutta questa banalità, ci sarà una semplicità di comportamenti e di ideali per vivere al meglio.

martedì 16 dicembre 2008

Parole che si mischiano.


Questa donna è una poetessa libanese, Joumana Haddad.
La sua forza, oltre a parlare 6 lingue (come fa? io ne parlo 2 per modo di dire), è quella di aver lanciato una rivista "provocatoria" in un mondo che di provocatorio accetta ben poco. Jasad è il nome (tradotto significa corpo) e affronterà tematiche sessuali, nel primo numero sesso orale e omosessualità.
Non mi interessa la reazione che provocherà. Se ci sarà. Il Libano non è l'Iran o l'Afghanistan che fu. Mi interessa più il suono delle parola Jasad. Non conosco la lingua e la sua fluidità. Forse per un errore di lettura, per deformazione professionale, per una visione limitata culturalmente, ma ho subito pensato ad un'altra parola: Jihad.

Sicuramente ho scritto un'eresia. Scusate.

lunedì 15 dicembre 2008

Bi, bubu.


Secondo il mio canone di bellezza, Miss Mondo 2008 è veramente il top. Bionda, occhi chiari, capelli fluenti. Troppo alta, ma perché io sono mediamente basso. Anche se, per patriottismo, per regionalismo o perché l'ho incrociata per strada casualmente, preferisco ancora Miss Italia 2007. Silvia Battisti, già Miss Veneto. Quelle rare bellezze che mi toccano. Magari.

venerdì 12 dicembre 2008

A proposito dello sciopero di oggi.


Non ho mai fatto uno sciopero.
Neanche uno "contro la crisi", come quello di oggi della Cgil.
Non dico che non ne farò mai uno. Ma sicuramente dovrò avere validi motivi per farlo.
Non sono un crumiro.
Però, c'è sciopero e sciopero.

Oggi, incamminandomi verso l'agenzia, ho ascoltato alcune frasi che si spandevano nell'aria da qualche megafono: "Non ci fermerà nessun manganello. Loro hanno 5 televisioni e 4 giornali..."

Altro non vi so dire. Il mio ascolto si è fermato qui.
E più che sufficiente, per non scioperare.

Work in progress.


Dopo "soltanto" due anni e 3 mesi inizieranno i lavori a casa mia per sistemare quel maledetto soffitto marcio che mi toglie metà casa. Che dire... non è una liberazione, non è una gioia, non è una noia.
E'.

Scusatemi, ma sono abituato a lasciar scivolare tutto come acqua.

martedì 9 dicembre 2008

Sicuro? Sci.


Forse perché mi hanno messo sulle piste da sci a 4 anni.
Forse perché ho quasi sempre frequentato solo sciatori.
Forse perché dopo i 30 anni cerchi una modalità meno distruttiva.
Forse perché mi sento più sicuro.
Ma dopo una parentesi dedicata allo snowboard di qualche anno, sono ritornato allo sci.
E non c'è storia.


Ps: La stradina strettissima e divertentissima fra i boschi non riesco a farla con la tavola, mi schianto al primo albero. Con lo sci invece, al secondo.

lunedì 1 dicembre 2008

E al quarto episodio, Spielberg si riposò.


Sabato sera ho visto l'ultimo Indiana Jones.
Dopo una partenza accattivante che sembrava riproporre l'atmosfera divertente, leggera e ritmata dei primi episodi, tutto si è perso nel nulla.
Come se la sceneggiatura si fosse fermata ai primi 10 minuti.
Passaggi casuali senza un perché, personaggi senza un perché (chi c***o sono i ballerini maledetti del cimitero che lanciano frecce avvelenate?), inseguimenti eccessivamente lunghi senza un perché (forse messi per accontentare il pubblico americano?).
Poche battute, poche situazioni divertenti e pochi di quei giochi verbali che rendevano piacevoli i precedenti episodi: i dialoghi fra Harrison Ford e Sean Connery; Hitler che firma il diario a un Indy intimidito;: Indy che spara al nemico che destreggia con energia una scimitarra, etc.etc.etc.etc.

La sottile considerazione che tutto scorra come una pagina dietro l'altra, senza il collante giusto, verso una conclusione fastidiosa quanto inutile: la presenza degli alieni nel corso della storia Maya.

Peccato per i dialoghi troppo poco interessanti.
Peccato per l'assenza di personaggi ironici.
Peccato per il ruolo del figlio un pò lacunoso.
Però gli extraterrestri no. Quelli no.