mercoledì 1 ottobre 2008

Drug-store.


Se avessi voluto avrei potuto sniffare.
A Milano è più facile trovare la cocaina che un parcheggio sotto casa.
Ma se c'è una cosa di cui sono orgoglioso di questi ormai 7 anni milanesi è il non aver mai ceduto. Anzi, il non aver mai avuto nessuna voglia di provarci. E sì che di motivi come quelli che si sentono nelle interviste ne avrei anche potuti avere: solitudine, stress lavorativo, voglia di essere accettato, bisogno di svagarsi.
Ma questo non è il mio mondo.
Dalla semplice canna a tutto il resto. (A dir la verità 3 tiri di canna li ho fatti, ma ero ad Amsterdam con un mio amico. Ed era un pò come fumare la prima sigaretta. Una piccola trasgressione dettata più dal contesto che da una reale volontà.)

Il mio non è un discorso moralista del tipo "quella roba ti brucia il cervello".
E' una semplice accettazione di sé.
Io voglio essere in ogni momento come sono.
Voglio lasciarmi condurre dalla mia euforia o dalla mia tristezza.
Non voglio essere guidato da altro.
Io sono così: triste, silenzioso, solitario, all'improvviso euforico, energico ed intraprendente. Ma solo perché il mio cervello, il mio umore ha deciso spontaneamente di esserlo. E' un discorso di forza di pensiero.

Nella mia testa ci entro solo io.
Nel bene e nel male.

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