mercoledì 17 settembre 2008

Nessun vezzo per la Vezzali.


Valentina Vezzali.
Oro olimpico.
Campionessa di scherma.
Sicuramente un esempio positivo italiano di questi tempi.
Capita che vada a Porta a porta.
Capita che quella serata preveda la presenza di Berlusconi.
Capita ancora di più che si pensi ad un sketch fra i due.
Come ad esempio fingere un loro duello a colpi di spada.
A parte l'evidente diniego da parte del Presidente per evitare buffe movenze, può capitare che alla Vezzali scappi una frase scherzosa, ma innocente tipo:
"Presidente, da lei mi farei toccare..."

No, in Italia non si può.
Tutto deve essere soppesato. Calcolato.
Lo sport non può farsi scappare questi inchini alla politica.
Ma quando la smetteremo di pensare così?
Quando la smetteremo di fare perenne dietrologia?

Rosy Bindi: «L'intreccio tra politica e sport non è mai buono. Se poi si gioca sul doppio significato delle parole tra una donna e il Berlusconi del dopo intercettazioni la miscela diventa esplosiva e il risultato deprimente».

Anna Paola Concia: «La sceneggiata con Berlusconi è stata l'immagine della prostrazione femminile al potere maschile, inutile e dannosa perché arriva da un simbolo vincente delle Olimpiadi».

Era una semplice battuta. Fatta per strappare un sorriso, per spettacolo, per malizia.
Come ogni persona, inserita nel contesto specifico e dotata di un minimo di simpatia, farebbe.


Ma in Italia non si può. In Italia ogni dichiarazione deve avere il placet del partito.

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