lunedì 9 giugno 2008

Uno cosa può fare il sabato sera?


Se non guardare John Rambo?
Lo ammetto, io sono uno di quelli cresciuti con il mito di Sly. Indifferente il personaggio. Bastava ci fosse lui. Non per nulla, il primo film per il quale ho versato qualche lacrima di sconforto è stato "Over the top". Film che può essere definito in tutti i modi possibili, tranne quello di essere lacrimevole. Ma questo è un altro discorso.
Dicevamo. John Rambo.
Ero curioso dopo Rocky Balboa, valore inespresso della saga dello stallone italiano. Chissà come si sarebbe comportato il veterano.
Non male, non bene.
Tralasciamo le lacune morali per cui passa dal diniego più totale ad intervenire all'azione più feroce solo perché una bionda prima e un prete dopo lo convincono con delle labili motivazioni. Ma questo è Rambo. Non possiamo perdere tempo nel giustificare l'azione. Dobbiamo entrare subito in azione.
Primo dato positivo: un accampamento militare in mezzo alla giungla. Ottimo contesto che ben si addice al nostro eroe. Fra fango e pioggia può agire nascosto e colpire nel buio. Piccolo retaggio del primo Rambo, l'unico film veramente riuscito della saga.
Secondo dato positivo: non è da solo. Questo lo rende più credibile. Non è più il pazzo solitario che prende un carro-armato e si scontra contro un elicottero militare, restando illeso (Rambo 3). Ma fiancheggia una squadra di mercenari. Anzi, una volta gli viene salvata anche la vita. Certo, la carta d'identità parla chiaro. Sia per Sly che per il suo personaggio. Ma a parte una corsa sostenuta in mezzo alla giungla il fisico non lo vede impegnato in scene impossibili. E anche nella scena finale da sparatutto lui comunque si è scelta una posizione stravantaggiosa: dall'alto della montagnetta con in mano un mitragliatore. Ovvio che massacri tutti e nessuno ti piglia. La domanda sarebbe: perché nessuno fra i cattivoni ti lancia una bombetta, ma cercano tutti di risalire a piedi? Qui dobbiamo sospendere il dubbio e guardare convinti. Questo è cinema.
Insomma, c'erano le potenzialità per confezionare un film onesto.
Poi durante i titoli di coda guardi la durata: 83 minuti. E allora dici no.
Ma come?
Ti ho seguito fin qui. Ho accettato le evoluzioni impossibili di un uomo che si rimangia la parola in 5 minuti e tu mi lasci con il minimo sindacale?
Quanto sarebbe costato filmare 15 minuti in più, dedicando più tempo alla fuga dai militari birmani e alla scena finale in cui lui torna finalmente in Arizona?
Non chiedevo un profilo psicologico dei personaggi. Per carità.
Ma visto che sei una macchina da guerra, che ti costava uccidere altri 15-20 cattivoni dagli occhi a mandorla?

1 commento:

Kecco ha detto...

...io farei un post sulle 67 email pomeridiane che il Vaccame si e' ritrovato in posta questa sera...

67.