mercoledì 17 ottobre 2007

The day after Gwen.



Spettacolo. Spettacolo nel senso più puro e intrinseco del termine. Tutto e dico tutto funzionava alla perfezione. Tutto era curatissimo. Dai vestiti, alle scenografie, ai ballerini, alle bodyguards, ai megaschermi. Tutto patinato. Tutto coordinato. Tutto perfetto.
Basta conoscere l'entrata per entusiasmarsi. 2 ballerine giapponesi entrano in scena e fingono di scappare rincorse da altri 2 ballerini vestiti da poliziotti quando parte la musica, il palco si apre in due ed entra una mega gabbia dorata con dentro gwen. Nel frattempo il megaschermo in alto trasmette immagini di oro fuso che bolle e dall'alto del palco scende una G gigante che s'illumina a ritmo di musica.
Trionfo.
Mi succede raramente. Ma ho sentito smuovermi qualcosa dentro. Cazzo, stupendo. Stupenda. E poi via così. 2 orette che sembravano un insieme di tante foto messe in fila, ognuna curatissima in ogni dettaglio.
Tralasciamo il fatto che poi, impazzita, s'è immersa nel pubblico ed è salita, travolta da tutti, fino al primo anello, cantando in bilico sulla ringhiera. Tralasciamo il fatto che la vedevo praticamente da 5-6 metri.

Questo è un concerto che vale i suoi 46 euro. Anche se non conosci le parole. Anche se non conosci le canzoni. Forse sarebbe meglio dire questo è spettacolo. Ma Gwen tiene la scena come e più di tante altre decantate star. Senza dimenticare la voce impeccabile. E la classica band di americanoni pazzeschi che solo a vederli sai che suoneranno da Dio.

E qui mi nasce la polemica. Negli ultimi anni ho visto alcuni concerti di quelli che in Italia potrebbero anche pubblicare un cd di loro rutti e venderebbero migliaia di copie. Ovvero Vasco e Ligabue. Non li voglio paragonare con Gwen. In Gwen si parla di immagine, negli altri due parla la musica. Ma cazzo. Non è possibile impegnarsi un pò di più a livello di scenografia?
No. 2 anni fa a Padova ho visto il concerto di Ligabue. Nei megaschermi per ogni canzone c'erano delle animazioni improponibili per uno che fa l'artista. Anche Vasco. Lo so che non gli è chiesto questo. Che per lui parlano le parole. Che il suo è rock! E il rock vive di chitarre graffianti, di casse, di vibrazioni, di luci spente e accendini accesi. Di Vasco, solo in quanto tale. Ma allora non mettere i megaschermi se devi proiettare il nulla. E stiamo parlando di cantanti che fanno sold out ovunque in Italia.

Ancora una volta salvo Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti. Può non piacere. Può stare sulle balle. Ma è in dubbio che sia l'unico in Italia a cercare di animare, di spettacolarizzare i suoi tour. E qui mi fermo per oggi.

Prossimo appuntamento? A Gennaio esce il nuovo cd di Lorenzo. Mi aspetta una primavera in qualche palazzetto dello sport.

martedì 16 ottobre 2007

Finally.



Forum di Assago. Ore 21.
Da 6 mesi aspetto questo concerto.
Mi aspetto moltissimo dal punto di vista scenografico e dell'intrattenimento.
Ormai Gwen non è più una cantante, ma un'immagine di se stessa.
E su questo voglio essere stupito.

lunedì 15 ottobre 2007

Megan Gale.



Lo ammetto, sono Vodafone solo per lei.
Se al momento del mio primo cellulare ci fosse stata un'altra starlet senz'anima...

venerdì 12 ottobre 2007

Bravo Giacomino.



Al Liceo lo consideravo veramente un deficiente. Nel vero senso della parola: "mancante" di tutto quello che significasse vita. Poi mi sono scontrato con la realtà fatta solo di se stessi. E ho capito la verità delle sue parole.

La felicità? Assenza di dolore.
Anche se potrei evolvere il concetto: il dolore è attesa della felicità.
Ma rischierei di essere linciato giustamente da tutti i malati d'Italia e del mondo.
Preferisco fermarmi ad un semplice omaggio al bravo Giacomo.
Da piccolo lo diceva mia nonna di apprezzarlo.


Ps: anni fa ho visitato casa sua. E la tanto millantata biblioteca dove lui trascorreva le giornate a leggere e che fu causa dei suoi dolori fisici un pò mi deluse. Avrò fantasticato troppo. Però mi aspettavo una sala immensa. Invece era ed è una grande modesta biblioteca.

Pensiero del giorno. Da 3 anni almeno.

"Vorrei correre da te, ma non riesco neanche a iniziare
a pensare, a provare, a tentare. Vorrei solamente poter respirare.

Non credevo toccasse a me. Riscuoti l'assicurazione.
La vita è uno sport sanguinoso. E io sono davvero ridotto male.

E allora spingimi - nuovi stimoli. Tirami - nuovi stimoli
Insegnami nuovi stimoli. Leccami - nuovi stimoli
Graffiami - nuovi stimoli. Regalami nuovi stimoli

Mi conforta credere che ti potrai accontentare di un uomo che può
garantire soltanto le proprie funzioni primarie.

Apro gli occhi, chiudo gli occhi. La mia unica reazione.
Amore, nel mondo c'è troppo dolore e i dottori non sanno che fare."

(Velvet- Funzioni primarie)

mercoledì 10 ottobre 2007

La donna del mese: Maggie Gyllenhaal




Dovreste averla vista in "Vero come la finzione."
Oppure "World Trade Center." Altrimenti la vedrete nel prossimo Batman.
Niente da dire, se non tutto.
Imperfetta quel tanto che basta per renderla bellissima.

Solita e banale esigenza di un copywriter.



Ho pubblicato un libro!
Qui a fianco potete vedere la copertina.
Certo, non c'è indice, sommario, contenuto e introduzioni. E neanche un'edizione.
Esiste solo il titolo. Che però mica vengo a svelarvelo.
E' perfetto per quello che voglio fare. Esiste solo un problema.
Non so cosa voglio fare e questo non sapere non l'ho ancora tradotto in nulla.
Quindi siamo al livello -1. Però ho fiducia.
Probabilmente è il sogno nell'armadietto Ikea di ogni copy.
Questo perché abbiamo la vaga sensazione di essere artisti o di poterlo divenire.
L'assurda idea di avere qualcosa da dire.
L'ipotesi remota che ci sia qualcuno ad ascoltarci.

Ma, come dire, ognuno è libero di pensarsi come vuole.
Perché se apriamo gli occhi per davvero sarebbe difficile trovare una visione simile ai nostri sogni.

martedì 9 ottobre 2007

Casella postale.

Temperatura accesa.
Svista senza siesta.
Fine del temporale che vorrà.
Mi chiudo in una cassetta delle lettere
per annusare la notizia del giorno dopo.

lunedì 1 ottobre 2007

Please, don't disturb.



Si, lo so. E' un vostro reale interesse. E' la curiosità della mia città natale e dei suoi abitanti che sempre più raramente mi vedono. Ma io non ho nessuna voglia di rispondere ogni volta alle vostre domande. O meglio, non so cosa dire e mi nascondo dietro onesti, ma vuoti " bene", "tutto ok". Per cui non chiedetemi più come è Milano, come si sta a Milano, se tornerò da Milano. dove è la tua ragazza, perché non la porti mai...

Se è vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, capirete tutto da lì.