Domenica ho avuto la mia prima lezione di Yoga.
Bikram Yoga, per l'esattezza.
Poco cambia il nome, non conoscendo neanche lo yoga "base".
"Hot Yoga" mi hanno risposto.
Ah, chiaro.
Sarà qualcosa di più atletico, di più fisico.
Puntuale.
Senza scarpe.
Calzetti, calzoncini e maglietta attillata.
Entro dentro l'inferno.
Dodici caloriferi appesi al soffitto segnalano la temperatura:
44 gradi!
C***o, ecco cosa significa Hot Yoga.
Di fronte a me uomini con solo slip a coprire le loro nudità.
Donne con magliette inesistenti.
Il girone del microonde.
Entra il teacher.
Parla continuamente in inglese.
Non capisco una sillaba, se non una formula continuamente ripetuta:
SUCH YOUR STOMACH!
Io ci provo, anche se urlo vendetta contro il mio spirito zen da 4 soldi.
Sarà l'effetto sauna.
Il rigolo di sudore che incide la mia pelle.
O i 90 minuti di contorsioni.
Ma al massimo arrivo a sentirmi una saponetta che scivola impazzita sul tappettino.
Fino al meritato riposo.
Esco dal forno.
I 20 gradi esterni all'aula per un attimo mi sembrano il polo nord.
Recupero le mie cose e saluto.
Lasciando indietro solo tre chili di sudore.
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