Stati disuniti d'animi disgregati.
Parole che partoriscono puntini di sospensione.
Liste d'attesa di silenzi.
Una centrifuga di sangue e ricordi.
L'implosione è la peggiore esplosione.
giovedì 31 gennaio 2013
mercoledì 30 gennaio 2013
Quando basta un provino per fare un film.
Fossi stato il regista,
avrei inquadrato solo lei per 90 minuti.
Sempre e comunque la più bella.
Guarda e passa.
Guardare avanti non ci permette di considerare gli errori che facciamo.
Guardare indietro non ci consente di uscire dai nostri errori.
Per questo non dovremmo mai smettere
di guardare noi stessi.
Guardare indietro non ci consente di uscire dai nostri errori.
Per questo non dovremmo mai smettere
di guardare noi stessi.
lunedì 28 gennaio 2013
Lo sbadato caso dell'uomo che parlava alle banche.
Sabato mattina.
Bollo da pagare.
Urgono 190 euro fra motorino e auto.
Mi fermo a prelevare all'Unicredit.
Inserisco il bancomat.
Mmm, strano. Non entra.
Provo a reinserirla, ma nulla.
Osservo la fessura con un occhio di riguardo.
Con l'altro controllo che la carta non abbia qualche piega strana.
Qui l'hanno forzata, meglio cambiare banca.
200 metri e trovo una banca Intesa.
Coda.
Ok, tocca a me.
Inserisco il bancomat.
Mmm, strano. Si è aperta una schermata insolita.
Pagamenti internazionali, bolli, ricariche, canone.
Tutto, tranne una semplice ricarica.
Ok, annullo l'operazione.
Il tempo stringe.
Per fortuna il centro mi regala una banca ogni 2 minuti di passeggiata.
Banco di Sicilia.
Inserisco il bancomat.
Oh! Finalmente... questa funziona.
Lo sportello mi fa accedere subito alla schermata dei prelievi.
Digito la casella 250 euro.
Digito il pin.
Beh... perché mi dice codice errato?
Come se fosse un deja vu, rifaccio tutto da capo.
Banco di Sicilia.
Inserisco il bancomat.
Oh! Finalmente... questa funziona.
Lo sportello mi fa accedere subito alla schermata dei prelievi.
Digito la casella 250 euro.
Digito il pin.
Beh... perché mi dice codice errato?
La pazienza dà i primi segnali d'impazienza.
Ormai ce la devo fare.
Di fronte a me si apre un ricordo.
Eccola lì.
Ubi banca.
Inserisco il bancomat.
Nessuna operazione possibile.
E come un lama finanziario, mi sputa il bancomat.
Basta, finiamola qui.
Ma che c***o ha 'sto bancomat?!
Un'ultima chance non si nega a nessuno.
Figurarsi al mio esile conto bancario.
Cariparma mi richiede solo cento metri in più.
Ci provo.
Inserisco bancomat.
Digito il pin.
E non digito più niente.
Errato.
E come un esiliato, lo sportello caccia fuori il bancomat dai suoi territori.
Un attimo, un attimo, un attimo.
C***o, ma il pin è giusto.
C***o, dopo vado in Monte Paschi di Siena e vediamo!
Tre ore più tardi.
Mai uomo fu più coraggioso nell'inserire il proprio bancomat nello sportello della propria banca.
Digito il pin.
Aspetta, lo ricontrollo.
x...x...x...x...x.
Codice errato.
E, con una voracità pari a quella di Fantozzi dopo una settimana di dieta, lo sportello si mangia il mio bancomat con l'intenzione di digerirlo fino al lunedì successivo.
Porca t***a! Che banca di m***a!
Raccogliendo i miei dubbi e le restanti parolacce, mi allontano ignaro di qualsiasi soluzione.
Con la tristezza di un cavaliere errante senza patria e senza denari.
Ma con un mistero nel portafogli.
Così si conclude la storia del nostro tragico eroe senza poemi.
Note a piè di pagina:
leggenda vuole che l'uomo sbadato inserisse con insistenza la sua carta di credito e non il suo bancomat...
Bollo da pagare.
Urgono 190 euro fra motorino e auto.
Mi fermo a prelevare all'Unicredit.
Inserisco il bancomat.
Mmm, strano. Non entra.
Provo a reinserirla, ma nulla.
Osservo la fessura con un occhio di riguardo.
Con l'altro controllo che la carta non abbia qualche piega strana.
Qui l'hanno forzata, meglio cambiare banca.
200 metri e trovo una banca Intesa.
Coda.
Ok, tocca a me.
Inserisco il bancomat.
Mmm, strano. Si è aperta una schermata insolita.
Pagamenti internazionali, bolli, ricariche, canone.
Tutto, tranne una semplice ricarica.
Ok, annullo l'operazione.
Il tempo stringe.
Per fortuna il centro mi regala una banca ogni 2 minuti di passeggiata.
Banco di Sicilia.
Inserisco il bancomat.
Oh! Finalmente... questa funziona.
Lo sportello mi fa accedere subito alla schermata dei prelievi.
Digito la casella 250 euro.
Digito il pin.
Beh... perché mi dice codice errato?
Come se fosse un deja vu, rifaccio tutto da capo.
Banco di Sicilia.
Inserisco il bancomat.
Oh! Finalmente... questa funziona.
Lo sportello mi fa accedere subito alla schermata dei prelievi.
Digito la casella 250 euro.
Digito il pin.
Beh... perché mi dice codice errato?
La pazienza dà i primi segnali d'impazienza.
Ormai ce la devo fare.
Di fronte a me si apre un ricordo.
Eccola lì.
Ubi banca.
Inserisco il bancomat.
Nessuna operazione possibile.
E come un lama finanziario, mi sputa il bancomat.
Basta, finiamola qui.
Ma che c***o ha 'sto bancomat?!
Un'ultima chance non si nega a nessuno.
Figurarsi al mio esile conto bancario.
Cariparma mi richiede solo cento metri in più.
Ci provo.
Inserisco bancomat.
Digito il pin.
E non digito più niente.
Errato.
E come un esiliato, lo sportello caccia fuori il bancomat dai suoi territori.
Un attimo, un attimo, un attimo.
C***o, ma il pin è giusto.
C***o, dopo vado in Monte Paschi di Siena e vediamo!
Tre ore più tardi.
Mai uomo fu più coraggioso nell'inserire il proprio bancomat nello sportello della propria banca.
Digito il pin.
Aspetta, lo ricontrollo.
x...x...x...x...x.
Codice errato.
E, con una voracità pari a quella di Fantozzi dopo una settimana di dieta, lo sportello si mangia il mio bancomat con l'intenzione di digerirlo fino al lunedì successivo.
Porca t***a! Che banca di m***a!
Raccogliendo i miei dubbi e le restanti parolacce, mi allontano ignaro di qualsiasi soluzione.
Con la tristezza di un cavaliere errante senza patria e senza denari.
Ma con un mistero nel portafogli.
Così si conclude la storia del nostro tragico eroe senza poemi.
Note a piè di pagina:
leggenda vuole che l'uomo sbadato inserisse con insistenza la sua carta di credito e non il suo bancomat...
mercoledì 23 gennaio 2013
Un post davvero noioso.
Per colpa del mio nuovo iPhone,
sono diventato molto più social.
Adesso è un attimo scrivere la prima ca****a
che mi viene in mente su facebook e twitter.
Tutto a scapito del mio povero blog.
Già era costretto a subirsi i miei tristi e noiosi post.
Ora non ha più neanche quello da leggere.
Certo, un blog che si rispetti dovrebbe viaggiare su contenuti più profondi.
E non vivere di pensieri improvvisati.
Come questo post, appunto.
La soluzione potrebbe essere postare tutto qui e poi condividerlo su altre piatteforme.
Ma sarebbe troppo semplice.
In più, a quest'ora del giorno, la stanchezza mentale ha il sopravvento.
E con questo post sono riuscito ad annoiare me stesso.
Figuratevi voi.
sono diventato molto più social.
Adesso è un attimo scrivere la prima ca****a
che mi viene in mente su facebook e twitter.
Tutto a scapito del mio povero blog.
Già era costretto a subirsi i miei tristi e noiosi post.
Ora non ha più neanche quello da leggere.
Certo, un blog che si rispetti dovrebbe viaggiare su contenuti più profondi.
E non vivere di pensieri improvvisati.
Come questo post, appunto.
La soluzione potrebbe essere postare tutto qui e poi condividerlo su altre piatteforme.
Ma sarebbe troppo semplice.
In più, a quest'ora del giorno, la stanchezza mentale ha il sopravvento.
E con questo post sono riuscito ad annoiare me stesso.
Figuratevi voi.
giovedì 17 gennaio 2013
Il linguaggio di Renzi vs il non linguaggio di Bersani.
Ok, si parla di retorica.
Ok, si parla di comunicazione.
Tutto vero.
Ma guardiamo alle reazioni.
Viviamole sulla nostra pelle.
Ecco due video recenti del vincitore (Bersani) e dello sconfitto (Renzi).
Sono entrambi montaggi di vari contributi.
Hanno entrambi, più o meno, lo stesso obiettivo.
A voi, Bersani.
A voi, Renzi.
Da una parte mi addormento sul divano con la bolla al naso,
sognando di scappare all'estero.
Dall'altra scendo per strada
e comincio a spaccare legna per il bene del mio Paese.
Solo marketing direte voi.
Probabile, ma riflette uno spirito ben distinto.
Ed è solo lo spirito che può smuovere tanti altri spiriti.
Ok, si parla di comunicazione.
Tutto vero.
Ma guardiamo alle reazioni.
Viviamole sulla nostra pelle.
Ecco due video recenti del vincitore (Bersani) e dello sconfitto (Renzi).
Sono entrambi montaggi di vari contributi.
Hanno entrambi, più o meno, lo stesso obiettivo.
A voi, Bersani.
A voi, Renzi.
Da una parte mi addormento sul divano con la bolla al naso,
sognando di scappare all'estero.
Dall'altra scendo per strada
e comincio a spaccare legna per il bene del mio Paese.
Solo marketing direte voi.
Probabile, ma riflette uno spirito ben distinto.
Ed è solo lo spirito che può smuovere tanti altri spiriti.
mercoledì 16 gennaio 2013
Mens sana nel corpo che ti pare.
Sentirsi dire dal medico che un fumatore grasso come Churchill è morto a 91 anni,
non è fonte di autostima per il mio spirito olimpico.
non è fonte di autostima per il mio spirito olimpico.
lunedì 14 gennaio 2013
Fumok: ok, non ci credo.
Nel nuovo millennio si può rasentare ancora l'assurdo.
Con questo incredibile mix pubblicitario.
Incredibile perché non posso credere che sia andato in onda.
O che ci vada tuttora.
In 30 secondi sono riusciti a mettere tutti gli stereotipi comunicativi.
Il testimonial (inutile in questo caso).
Il codice colore (il classico bianco/nero che diventa a colori con l'entrata del prodotto).
La bellona di turno (vestita rigorosamente con il codice colore del brand).
Lo speaker alla "Giorno e Notte" da telepromozione in seconda serata.
La musica alla "Canta Tu" che riempie le nostre televisioni nel periodo natalizio.
I doppi sensi sul sesso, più o meno espliciti. Direi solo più.
La banda con il prodotto che torna e ritorna.
La visualizzazione del prodotto e del suo utilizzo (6 tiri in 18 secondi).
Le immancabili risate degli amici alla battutina del principe.
La profusione di claim (Fuma ok come ti pare, come un principe; Fumo ok: la bionda... elettronica, la più sexy).
Le informazioni di servizio ripetute più volte (in farmacia e in edicola, in farmacia e in edicola).
Mancherebbe soltanto il "corri in edicola".
Probabilmente avevano finito il tempo.
giovedì 10 gennaio 2013
Molto ridere.
Quelle tre volte che mi sono trovato in uno studio di registrazione,
ho vissuto una situazione abbastanza simile.
Poveri tecnici del fra-stuono.
mercoledì 9 gennaio 2013
The master.
Insolito.
Sonnacchioso.
Indefinito.
Eccessivo.
Paradossale.
Silenzioso.
Ansiogeno.
Inspiegabile.
Distonante.
Noioso.
Incerto.
Tutto sommato, un bel film.
martedì 8 gennaio 2013
Ho i miei anni.
Non mi piacciono i numeri dispari.
Ma l'età appena compiuta sì.
37.
Bello, no?
3 e 7, numeri ricchi di significati.
Il 3 è associato alla conoscenza, alla fede.
Il 7 alla perfezione umana.
E poi 3+7=10.
Un numero ambivalente.
La perfezione e l'annullamento di tutto, inteso come nuovo inizio.
Molto attuale in questa fase della mia vita,
caratterizzata da una nuova casa e una nuova convivenza.
E poi il 10 è il numero più ambito nelle sfide di calcetto.
Buttalo via...
Ma l'età appena compiuta sì.
37.
Bello, no?
3 e 7, numeri ricchi di significati.
Il 3 è associato alla conoscenza, alla fede.
Il 7 alla perfezione umana.
E poi 3+7=10.
Un numero ambivalente.
La perfezione e l'annullamento di tutto, inteso come nuovo inizio.
Molto attuale in questa fase della mia vita,
caratterizzata da una nuova casa e una nuova convivenza.
E poi il 10 è il numero più ambito nelle sfide di calcetto.
Buttalo via...
lunedì 7 gennaio 2013
La Madunina sverrebbe.
Ieri mi sono sentito come Martin Lutero durante il suo viaggio a Roma.
Incredulo, di fronte a una caduta di morale.
Come mi succede raramente,
sono entrato nel Duomo di Milano per la messa dell'Epifania.
E lì ho visto la luce.
Un angelo mi ha annunciato un concepimento futuro?
Un santo mi ha invitato a liberare il mondo dal peccato?
La Madonna mi ha svelato un segreto terribile?
No, la luce dello "store" che vende libri su Milano e mappe (più collanine vuote di significato)
a colpi di registratore di cassa.
Prima della fede,
le pecorelle smarrite sono dotate di carte di credito.
Incredulo, di fronte a una caduta di morale.
Come mi succede raramente,
sono entrato nel Duomo di Milano per la messa dell'Epifania.
E lì ho visto la luce.
Un angelo mi ha annunciato un concepimento futuro?
Un santo mi ha invitato a liberare il mondo dal peccato?
La Madonna mi ha svelato un segreto terribile?
No, la luce dello "store" che vende libri su Milano e mappe (più collanine vuote di significato)
a colpi di registratore di cassa.
Prima della fede,
le pecorelle smarrite sono dotate di carte di credito.
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