Sabato pomeriggio ho accompagnato i miei nipotini al torneo di calcio.
A parte bruciarmi sotto il sole, ho scoperto un mondo.
Uno dice: cosa ti aspetti da una squadra di bambini di 10 anni?
Ebbene, tutto.
Il torneo prevedeva 4 squadre.
A parte quella scanzonata dei miei nipotini, il Rubano Calcio è già un piccolo Barcellona.
Divisa impeccabile per tutti i bambini.
Mister in calzoncini più polo con gli stessi colori della squadra.
Magari è solo immagine.
No, il professionismo si vedeva fin dal riscaldamento.
Non una banale corsetta.
Non un primordiale torello.
Ma due tocchi e palla al più vicino sotto il pressing del compagno.
Magari è solo fuffa.
Inizia il torneo.
Il mister, invidioso di Mou, recupera la sua cartellina che terrà in mano per tutto il torneo.
(cosa avrà da scrivere su quei fogli?)
La squadra fa cerchio e urla: 1,2,3... Rubano Olè!
Noto altri due particolari.
Il Barcellona dei piccoli è l'unico team con due portieri a disposizione.
Ed è l'unica ad avere un capitano che gioca con la fascia.
Magari non sanno giocare a calcio.
No, vedo schemi che neanche la Roma sa proporre quest'anno.
Terzini che corrono fino alla linea di fondo e crossano.
Squadra corta che fa il fuorigioco, anche se si gioca senza fuorigioco.
Tocchi di prima.
Sovrapposizioni.
Scivolate.
Con due campioncini a muovere le fila.
Il capitano (numero 1o, ovvio) e il Balotelli della situazione, fortissimo in fascia.
Alla loro età già rispettano tutti i canoni del calcio.
Anche l'andamento del torneo lo dimostra.
Il Rubano stravince la prima partita.
Stravince la seconda.
Ma viene bloccato sullo zero a zero dall'altra finalista che gioca arroccata in difesa.
Anche qui, lotteria dei rigori.
E succede quello che la legge universale del calcio stabilisce.
Il Barcellona dei piccoli perde per colpa del fuoriclasse Balotelli che sbaglia il rigore decisivo.
Cosa ci insegna tutto questo?
Che il calcio è il gioco più semplice del mondo.
E per vincere, bisogna essere trapattoniani.
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