lunedì 5 ottobre 2009

In ritardo sui tempi in anticipo.


Ho appena finito di leggere 1984.
Purtroppo l'ho letto 60 anni dopo la sua uscita.
Con alle spalle un retaggio di spot, video musicali, film (l'ultimo in ordine è sicuramente V per vendetta), reality (appunto, il grande fratello) che me l'hanno inevitabilmente anticipato in piccole dosi.
Inoltre per giudicarlo dovrei vivere nel 1949. Mi dovrei collocare in una società post-guerra. Dovrei respirare un'atmosfera di minaccia comunista dietro l'angolo. Impossibile farlo.
Impossibile quindi giudicarlo.
Resta la sua narrazione, un pò pesante. Resta lo spettro (ancora attuale) di un pensiero addormentato nella nostra società. Forse così evidente da non rendercene conto.

ps: questa cosa mi ricorda Psycho. Prima di vedere l'opera del maestro inglese, ho visto per caso Il silenzio dei prosciutti di E.Greggio. Non potevo sapere che fosse la sua parodia...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

è meglio un grande fratello o un fratello grande?

standby-man ha detto...

dipende dalla parete che devi dipingere...