venerdì 11 febbraio 2011

Dialogo sull'attualità.

Primo capitolo.
Recentemente ho letto "I cari estinti" di G.Pansa.
Un resoconto degli ultimi 40 anni di politica italiana.
Un ripasso per chi si affaccia a quegli anni per la prima volta.
Tra le righe (e non solo) appare evidente come la prima repubblica fosse un via vai di governi raffazzonati dalla durata incerta.
Quale poteva essere la reazione di un popolo ad una politica così vacante?
La ricerca di un uomo forte.
Di uno che dica "ghe pensi mi", lasciando l'illusione di fare qualcosa.
Sì, Berlusconi.

Secondo capitolo.
In vari talk show ho sentito dire che gli italiani si meriterebbero Berlusconi.
Come se il premier fosse la diretta emanazione delle nostre attitudini.
A parte il discorso che puzza di sinistra intellettualoide,
mi sembra che si voglia distogliere l'attenzione dalla realtà.
Gli italiani lo votano perché dall'altra parte c'è il vuoto.
A destra e a manca.
La sinistra manca.

Conclusioni.
Se penso alla sinistra, mi viene in mente solo l'antiberlusconismo.
Mi vengono in mente le diverse correnti che frammentano la loro unità.
Non mi viene in mente un sogno.
Non mi viene in mente un progetto.
Non mi viene in mente un uomo in grado di riunire e gestire più forze politiche.

Appendice.
Sono un uomo di destra.
Ma voterei PD se il segretario fosse Renzi, il sindaco di Firenze.
Un giovane che sa evocare un mondo alternativo nel quale credere.
Pensate a Bersani.
Cosa propone in questi giorni?
Una grande coalizione per battere Berlusconi.

Ripetere l'errore non è umano, è fallimentare.

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